LA SOCIETÀ E I GIOVANI DAGLI ANNI ’70 FINO AD OGGI (IV° PARTE)

Con la fine del magico decennio degli anni ’80 e l’inizio degli “Anni ’90“, l’Italia si è trovata costretta a fare i conti con l’insorgere di problemi e pragmatiche difficoltà provenienti dalla malagestione delle finanze pubbliche su cui tutti i partiti (o quasi), locali e nazionali, avevano messo le mani sopra finendo per dissiparle. 

Gli anni ’90 sono stati anche un sipario di avvenimenti storici a livello mondiale, come la frantumazione dell’Unione Sovietica e la nascita dell’Europa Unita. Una nascita avvenuta più sulla carta che sui fatti e ancora oggi continua ad essere più teorica che pratica.

Sostanzialmente gli anni ’90 sono stati un decennio fatto d’incertezze e timori, forse dovuti alla visione di un futuro arcano. La politica italiana navigava in brutte acque. Nella sfera politica italiana era venuto a crearsi il sistema bipolare, formato da coalizioni di partiti, ed era proprio all’interno di queste coalizioni che i partiti non riuscivano ad andare d’accordo fra loro.

Anche la moda sul look giovanile – dal fronte suo – è stata lo specchio di una società in apnea, una società che si è svegliata meno energica rispetto al decennio precedente. Il look giovanile ha subìto un brusco freno rispetto al fantasioso periodo degli anni ’80, come se avesse risentito il flusso sociale.

Nella sostanza, il modo di vestire non ha fatto altro che proseguire le tendenze del decennio precedente con l’aggiunta di un tocco di personalità. Il jeans ha continuato a fare la parte del re del guardaroba, hanno persistito i colori accesi e fluo, ma comunque in maniera più sobria rispetto agli anno ’80. Si arrampicava bene la moda del look trasandato, e del capello spettinato. 

Il decennio in oggetto ha molte cose da dire anche sul fronte politico italiano e sul capovolgimento dei partiti a seguito dello scoppio del caso Tangentopoli. Fu una dinamite che fece un gran baccano all’interno di tutto lo Stivale. Si trattò di una serie d’inchieste condotte da un pool di magistrati della Procura della Repubblica di Milano che assunse il nome di Mani pulite. L’inchiesta partì dal capoluogo lombardo e poi si estese in poco tempo su tutto il territorio nazionale. Andò a colpire importanti personaggi di spicco anche del mondo politico, personaggi fino ad allora intoccabili. 

Nel 1992 l’inchiesta Mani pulite portò alla luce un sistema fraudolento fatto di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti, che coinvolgeva la politica e l’imprenditoria italiana. Il popolo, scandalizzato dagli avvenimenti anche per effetto mediatico in quanto TV e giornali non facevano che parlare di questo, assistette, oltre che all’annientamento di importanti figure di spicco nel ramo politico, pure dei partiti da essi rappresentati come PSI, DC, PSDI e PLI.  

Il PCI, invece, è uscito indenne da questa inchiesta, ma tutt’oggi la gente continua a domandarsi se l’operato del pool di Milano abbia mai voluto arrivare fino in fondo nelle indagini o se si sia fermato prima. Comunque, da dopo la caduta del Muro di Berlino, il Partito Comunista si è sciolto da solo su iniziativa del segretario Achille Ochetto dando vita a una nuova formazione politica conosciuta col nome Partito Democratico della Sinistra. E a neanche un anno di distanza dalla formazione del Partito, una costola si staccò e costituì uno nuovo gruppo, che prese il nome di Rifondazione Comunista.

Una costola minoritaria che rispecchiava di più i valori e le tradizioni del partito d’origine. 

In ogni modo La corazzata Potëmkin del pool di Milano aveva fatto man bassa di tutti i nemici storici – politicamente parlando – del PCI e ora PDS, perciò la vittoria del neo partito era imminente alla prossime votazioni. Era scontato per tutti che ciò accadesse, non perché in politica mancassero personaggi valorosi a contrastare la crociata di Ochetto, ma perché mancava una squadra affidabile.

Ma mentre il PDS di Achille Ochetto marciava a vele spiegate verso un trionfante traguardo storico in vista delle elezioni fissate per i giorni 27 e 28 marzo del ’94, a rompere le uova nel paniere ecco giungere, il 26 gennaio dello stesso anno, a reti unificate, l’annuncio della nascita di un nuovo partito in opposizione al PDS, Forza Italia. Ci fu l’ingresso in politica, o la «discesa in campo» (come amava dire lui stesso) di un nuovo personaggio, Silvio Berlusconi

Fu una sorpresa per tutti la discesa in campo nel ruolo della politica di questo noto imprenditore televisivo, e lo fu ancora di più il risultato delle votazioni del 27 e 28 marzo che lo vide prevalere sul partito di Achille Ochetto. 

L’idea di fondare un nuovo partito non era nata così su 2 piedi e da un giorno all’altro, ma era in embrione già dal 1992, da quando cioè la magistratura aveva iniziato a colpire esponenti politici di spicco, fra cui l’amico dello stesso Berlusconi, Benedetto Craxi, e il suo PSI.

Chi vinse le elezioni del 27 e 28 marzo fu la coalizione chiamata Polo delle Libertà e del Buon Governo, formata da Forza Italia, MSI-Alleanza Nazionale, Lega Nord e Centro Cristiano Democratico, con Berlusconi leadership. Una coalizione però debole, soprattutto per i dissapori sorti ancor prima di formarsi fra il leader della Lega, Umberto Bossi, e Gianfranco Fini, segretario dell’MSI-AN. Si trattò così di un governo fragile, che ebbe durata solo 7 mesi.

Caduto il Governo Berlusconi si sono poi susseguiti una serie di governi transitori e non, sino al 2001. Dopo Berlusconi c’è stato il Governo Dini, poi il Governo Prodi 1996, quindi per 2 volte quello di D’Alema e dal 2000 al 2001 c’è stato il Governo Amato. Un alternarsi di governi che non sono andati, però, a favorire la ripresa economica del Paese.

Secondo i dati Istat, in Italia, nel decennio anni ’90, era attivo il 34,6% della popolazione, di cui il 6,7% in agricoltura, il 32,9% nell’industria, e il rimanente 60,4% nel settore terziario e dei servizi. Il 65,4% di italiani non era attivo e contava circa 36.312.000 soggetti. La fotografia dell’Istat sul PIL ha rilevato che il 4,3% derivava dall’attività agricola, il 32,9% dall’industria e il 62,8% dal terziario e dai servizi.

Proseguendo ad argomentare il panorama politico, possiamo aggiungere che per l’imprenditore Berlusconi la vittoria alle urne del 1994 e la sconfitta poi del 21 aprile 1996 a favore di Romano Prodi, volle dire farsi le ossa nella politica. Al suo fianco c’era il giovane – e a quel tempo fedelissimo – Gianfranco Fini, erede del ben noto Giorgio Almirante alla guida dell’MSI (che si trasformerà poi, nel 1994, in MSI-Alleanza Nazionale); un giovanotto con idee moderate a fronte di dove era collocato il suo partito e proprio per questo scelto dal suo predecessore. Piaceva la maniera mite con cui Fini affrontava i suoi avversari politici, al punto che la sua figura era finita per non dispiacere neppure agli elettori di sinistra. 

Il 1992 spesso viene ricordato per l’inchiesta Mani pulite che ha segnato il cambiamento politico della Nazione, ma è da ricordarsi anche per la stragi di mafia che hanno coinvolto e ucciso a Palermo i giudici Giovanni Falcone e Palo Borsellino, due personaggi che hanno messo a segno duri colpi contro Cosa Nostra.

Tra le altre cose importanti da segnalare del decennio in oggetto è la nascita di un nuovo motore di ricerca per internet basato sull’analisi matematica delle relazioni tra i siti web,  Google. Una sensazionale e ingegnosa scoperta al punto di diventare il motore di ricerca più funzionale di tutto il pianeta.