LO STATO ITALIANO FA RICADERE LE PROPRIE CARENZE SULLA TESTA DEL CITTADINO

 

di Roberto Fiordi

È quanto accaduto nella città di Prato, dove il sindaco della suddetta città s’inorgoglisce per l’applicazione della legge che prevede il sequestro dell’automobile al cliente che si apparta con una lucciola. È sensato che la prostituzione in strada, e non solo, sia una magagna d’abbattere, ma gli strumenti per farlo potrebbero essere ben altri.

Le colpe dello Stato – La presenza della prostituzione che ancora oggi regna sovrana nelle tantissime “vie dell’amore” presenti anche nel nostro Paese, è un significativo segno di sconfitta da parte dello Stato. È assurdo però che  lo Stato stesso, dove non è in grado di arrivare per le proprie incapacità, rigetti il suo male sulla testa del cittadino.

Nonostante sia giusto e corretto il celeberrimo brocardo “dura lex sed lex“, perché la legge va assolutamente rispettata nella sua forma, tuttavia però possono esserci modi perché di essa non ci sia bisogno. Ed è appunto il caso della prostituzione, che nel nostro Paese è un reato da estirparsi alla radice. E come?… sarebbe la domanda da farsi.

Per debellare questo male alla radice sarebbero utili maggiori controlli sull’immigrazione, visto che la maggior parte delle donne che si trovano costrette, anche con la forza, a sottoporsi all’immorale lavoro della prostituzione, sono donne che vengono da paesi esteri, soprattutto dall’Est.

È pertanto fondamentale che lo Stato rafforzi i controlli sugli immigrati. Che vari leggi più restrittive nei loro riguardi. E parlare di leggi più restrittive nei confronti dello straniero potrebbe voler anche significare offrire maggiori tutele non soltanto all’italiano ma pure all’extracomunitario.

Un altro sistema da adottare è quello di pattugliare assiduamente le zone macchiate dal disonore della prostituzione attraverso la presenza quasi fissa di pattuglie. Tutto ciò richiederebbe un impiego maggiore di agenti, ma sarebbe una cosa che lo Stato potrebbe fare investendo in modo diverso le proprie risorse: favorendo così in maniera maggiore la scelta da parte dei giovani alla divisa. Con il tempo lo Stato stesso ne trarrebbe maggiori vantaggi.

E oltre che sconfiggere il neo della prostituzione, ciò significherebbe pure abbattere, o quanto meno ridurre, il degrado dei quartieri più abbietti, e sarebbe un meritatissimo trionfo per lo Stato.

Il caso di Prato –  È chiaro che queste povere donne costrette a perdere la loro dignità e a concedere il proprio corpo per sopravvivere a chiunque metta mano al portafogli e paghi, non sono altro che l’abissale fallimento dello Stato e il degrado della città. E Prato ha affrontato questa situazione  intensificando i controlli anti prostituzione da parte della polizia municipale in special modo nelle zone di via Firenze, Frà Bartolomeo, stazione Centrale e piazza Mercatale, con l’applicazione altresì dell’articolo 30 del regolamento comunale che sanziona sia chi esercita o sfrutta l’attività di prostituzione che i clienti.

L’articolo  30 del regolamento comunale prevede anche il sequestro del mezzo qualora il cliente della lucciola sia in fase di contrattazione con lei, come è accaduto nella notte fra domenica 1 ottobre 2017 e lunedì 2, quando un cliente ha dovuto lasciare le chiavi dell’auto alla polizia municipale che lo ha colto in flagrante mentre stava prendendo accordi sul prezzo per una prestazione sessuale con una prostituta.

Nella stessa notte sono stati multati altri 8 uomini per la violazione dello stesso regolamento comunale.

Il sindaco Matteo Biffoni esulta – Il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, è entusiasta e osa sottolineare che i controlli di questi giorni e l’applicazione del regolamento vigente sono la strada da seguire per contrastare il fenomeno della prostituzione. «In città, purtroppo», prosegue a dire, «è molto diffuso anche il fenomeno in appartamenti o in centri privati di massaggio, ed è necessario, quindi, intervenire sui diversi fronti di volta in volta con i mezzi più efficaci […]»

Tuttavia, io non mi stancherò mai di sostenere che il fenomeno della prostituzione sia un carcinoma nella società che vada estirpato alla radice senza che sia necessario giungere a tali estremi rimedi.