MISERICORDIE IN TRINCEA. L’APOCALISSE DEI SOCCORSI

m.Prato – È inquietante la diatriba che insiste da tempo fra la Confraternita di Prato e quella di Oste. Una diatriba che potrebbe compromettere anche la salute di qualcuno se pensiamo che il commissariamento indetto dalla Misericordia di Prato su quella di Oste ha fatto sì che i servizi di soccorso di quest’ultima venissero sospesi e pertanto, nel caso in cui si dovesse presentare un’urgenza nella zona, l’intervento da parte dei soccorritori locali non sarebbe più a disposizione e si dovrebbe attendere quello di altri provenienti da luoghi più distanti. Situazioni fuori di testa, un qualcosa che dovrebbe finire dritto sul penale.

Prato afferma, tuttavia, che i servizi nella zona ci sono comunque, ma siamo sicuri che siano a sufficienza in casi estremi?

Dinanzi a questo malcontento comune, la Misericordia di Oste ha voluto spiegare ai suoi concittadini che cosa sta succedendo fra le due confraternite, giacché – a quanto sostiene la stessa – nei comunicati stampa e TV non solo non c’è chiarezza, ma c’è pure disinformazione; e per farlo ha convocato una riunione presso la parrocchia di Oste in data 12 settembre.

Si è trattato di un’iniziativa presa dallo stesso presidente della Misericordia ostigiana, Daniele Bartoletti, a cui hanno partecipato don Simone Amidei, parroco di Oste, nella parte del moderatore, l’avvocato, dottor Toccafondi Filippo e la commercialista, dottoressa Chiara Picelli. E quest’ultima, iscritta all’Ordine dei dottori commercialisti di Pistoia (al numero 588), ha inteso far chiarezza sul bilancio del 2015, in riferimento alla Misericordia di Oste, comunicando la chiusura con un attivo di 112 mila euro. Una valutazione dissonante con quella invece rilasciata dallo studio Associato Gori-Settesoldi, iscritto all’Ordine dei dottori Commercialisti di Prato (al numero 329/a), che aveva presentato al Magistrato dell’Arciconfraternita di Prato un bilancio con un passivo per Oste di 125 mila euro, per giungere alla conclusione che la confraternita ostigiana non sarebbe in grado di far fronte a spese.

Un altro dei motivi della lite fra le due misericordie, forse quello più pungente, pare sia legato a quando la Farmacom, azienda consortile che riunisce più farmacie comunali, con sede e uffici amministrativi proprio a Oste di Montemurlo, in Via R. Scarpettini, 370/2, dove sorge la Misericordia, propose alla stessa di mettergli in vendita una porzione dello stabile dove sono alloggiati, appunto, la Farmacia e alcuni ambulatori medici. La richiesta avanzata dall’azienda Farmacom fu bocciata dal presidente della Misericordia, Daniele Bartoletti, che però, successivamente, apprese di un’iniziativa avanzata dalla Misericordia di Prato, quale proprietaria sulla carta di tutti gli immobili e tutti i mezzi a disposizione sul territorio, di vendere una porzione dello stabile in oggetto, al presidente di Farmacom, Nicola Ciolini, senza averla messa a conoscenza. A quanto è stato detto durante l’assemblea, questa notizia pare che a Oste sia giunta per caso e che dunque abbia proceduto lei stessa ad inoltrare una lettera a Prato per vedere di farne l’acquisto. Sul diritto italiano toccherebbe a lei stessa essere la prima a disporre dell’acquisto nel rispetto del “diritto di prelazione“. E invece no, perché – attenendosi alle stesse fonti d’informazione – pare che tale lettera non sia passata inosservata in quanto Prato non ha mai risposto, ma che anzi abbia innescato un cortocircuito all’interno delle misericordie, in quanto la “Madre” si è resa operativa votando il commissariamento di cui sopra.

Il presidente, Daniele Bartoletti. assieme a l’intero consiglio di Oste, ha perciò cercato di fare il riconoscimento di proprietà, con citazione in Tribunale, in modo di potersi tutelare e fermare l’avanzata de’ “La corazzata Potëmkin” pratese su Oste. Un altro colpo basso – secondo quanto è stato intuito durante l’assemblea di lunedì – per Prato in quanto è probabile che ciò possa avergli bloccato alcuni progetti in corso. E sembra che possa essere stato un ulteriore motivo perché la Misericordia di Prato si sia messa a corna d’ariete a fare forza su quella di Oste.

Dinanzi a questo agguerrito braccio di ferro, la confraternita ostigiana ha chiesto al presidente regionale delle misericordie toscane di fare da mediatore nella disputa, ma sono stati sufficienti pochi dialoghi affinché Oste si rendesse conto che questi aveva tutto l’interesse di appoggiare Prato, sino al punto di sostenere il commissariamento.

La Misericordia di Oste – attenendosi sempre a quanto il presidente ha affermato durante l’assemblea – in più riprese ha chiesto a Prato di sedersi a un tavolo e fare chiarezza sulla questione, trovare un accordo, coinvolgendo persino il vescovo di Pistoia, ma le richieste sono state più volte respinte da Prato con la scusa delle elezioni per eleggere il Magistrato della Confraternita.

E intanto insistono a trapelare nei social network immagini di bandiere con la scritta «Io sto con Oste» posizionata fra le oblique strisce celesti su uno sfondo giallo. Sicuramente è un forte segnale di quanto la popolazione ostigiana sia attaccata alla propria Misericordia, alla quale ha dato tanto e dalla quale ha ricevuto tanto. E così, al silente grido: «Uno per tutti e tutti per uno», gli ostigiani all’invito di partecipare all’assemblea pubblica di lunedì 12 settembre hanno risposto numerosi.

A questo punto toccherà alla giurisprudenza dover valutare chi delle due misericordie abbia ragione, senza dover lasciare al caso che ci possano essere ragioni più profonde dietro a questa lite.