MISTERIOSO E OCCULTO IL CASTELLO DI FUMONE: ECCO LO SPIRITO DEL PICCOLO MARCHESE AGGIRARSI

Fumone è un comune in provincia di Frosinone, noto per essere stato luogo di prigionia per papa Celestino V dopo aver abdicato al pontificato. Fumone è uno dei borghi più inquietanti del Lazio, forse per il silenzio che lo avvolge e per la storia che ha alle sue spalle. Una storia fatta di sangue e di delitti.

Fumone era una roccaforte militare, ma le sue mura nascondono tutt’oggi molti misteri, molti segreti e molte sofferenze. Celano vite spezzate, esecuzioni capitali, massacri. 

Sin dalle origini la posizione di questo borgo ha sempre avuto un’importanza strategica. Nella vetta di una sua torre, che oggi non c’è più, era affissa una pira che veniva accesa per avvertire con il fumo (è da ciò che ne deriva il nome del luogo) Roma e i paesi vicini dell’arrivo dei nemici. Ma la cattiva fama di Fumone, se così possiamo dire, è da attribuirsi al periodo del dominio da parte dello Stato Pontificio, che trasformò il Castello in una terribile prigione . La più terribile di tutte…

I racconti, le leggende, o forse le verità che si aggirano attorno alle mura del Castello di Fumone asseriscono che le stesse abbiano assunto in passato la funzione di tombe per nemici e individui ritenuti scomodi, perché al loro interno essi venivano sepolti vivi. Quante anime perse dunque all’interno di quelle mure; motivo per il quale il Castello di Fumone è conosciuto dagli amanti del mistero anche come il Castello delle anime perdute

Tuttavia, se la ragione per cui certe persone venivano sepolte vive era quella che di loro sparisse ogni traccia, tutto non è stato cancellato.  

La stanza dell’archivio del Castello custodisce uno degli episodi più inquietanti del maniero, un fatto che risale agli inizi del 1800. All’interno della stanza, in una teca di vetro chiusa dentro a un armadio, si trova custodito il corpo imbalsamato del marchesino Francesco Longhi. La pratica dell’imbalsamazione all’epoca era riservata ai papi e ai santi. Fu la madre a volere che il figlio venisse imbalsamato. 

Francesco era nato dopo 7 sorelle da una delle famiglie più ricche di Roma e la leggenda racconta che le sorelle lo abbiano ucciso per racimolare il proprio patrimonio. Queste sorelle rifiutavano di accettare l’idea che l’intera eredità sarebbe spettata al fratellino più piccolo e che loro si sarebbero dovute sposare con un rampollo dell’alta società dietro un matrimonio combinato, come usava fare a quell’epoca. 

La madre del piccolo Francesco, Emilia Caetani, pare non avesse mai voluto accettare la morte del proprio figlio, motivo per il quale lo fece imbalsamare e motivo per cui ogni giorno continuava a cambiarlo anche da morto. Oggi pare che l’immagine della nobildonna sia stata addirittura vista continuare a girovagare fra le mura del Castello singhiozzando. Altri sostengono di avere visto l’anima pure del marchesino giocare con pietre laviche. Altri ancora di aver visto il bambino imbalsamato compiere piccoli movimenti.

All’interno delle mura del Castello, però, sono state uccise anche persone innocenti, e l’anima delle vittime innocenti spesse volte sono incapaci di rassegnarsi a tali ingiustizie. Restano perciò intrappolate in quei luoghi che sono stati teatro delle loro sofferenze. Difatti, viene raccontato che dai sotterranei del Castello provengano urla e gemiti di dolore, fra le quali, molto probabilmente, pure quelle di colui che  “fece per viltade il grande rifiuto” (papa Celestino V) [Dante Alighieri III Canto Inferno Divina Commedia].

Alla scoperta dei misteri del Castello di Fumone, divenuto di proprietà della nobile famiglia Longhi dal 1584, esiste ancora il Pozzo delle Vergini, un pozzo in cui pare che venissero gettate le neo-spose che non fossero giunte vergini alla prima notte di nozze. Il marito poteva avvalersi dello ius primae noctis (in italiano: “diritto della prima notte“) per gettare le proprie novelle spose nel pozzo qualora non avessero mantenuto sino ad allora la castità. E dal pozzo pare che siano state udite urla strazianti.

Certamente la scienza è la prima a diffidare di tali racconti, ma dinanzi a 6 video camere agli infrarossi, una griglia laser con un laser che risalterebbe ogni minimo movimento e rilevatori di campi elettromagnetici, il tutto messo a disposizione dalla Ghost Hunters Team (GHT) in loro presenza, la risposta pare essere stata quella di aver ricevuto anomali segnali, come se fosse stata avvertita la presenza di qualcosa. Ciò non farebbe che provare il verificarsi di fenomeni paranormali, l’esistenza di presenze oscure all’interno di quelle stanze.