PROSEGUE L’ODISSEA DELLE DONNE NEL PAESE ASSASSINO.

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di Roberto Fiordi  06/02/2016

Sembra non aver mai fine lo scempio sulle donne. Sono alquanto allarmanti, infatti, i dati Istat relativi alla violenza sulle donne. Secondo una ricerca, in Italia una donna su tre ha subìto violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita. Si tratta di un dato allarmante se consideriamo anche che ci sono molte donne che scelgono di non denunciare, chi perché lo accetta per un qualcosa d’accaduto punto e basta, ma soprattutto perché sopraffatte dalla giusta convinzione che non serva a niente in quanto lo Stato è assente e non le tutela. Si dica infatti della legge di non punibilità carceraria per i reati che non superano i quattro anni di reclusione. Va a sostituirsi al carcere l’arresto presso il domicilio o altro luogo di cura, pubblico o privato che sia, ma ciò non fa che assoggettare la vittima che ha esposto denuncia a ritorsioni da parte del molestatore. E di questo i dati sono a dir poco allarmanti, infatti circa il 40% delle donne picchiate dal marito o dal compagno non parla di quanto accade dentro le mura domestiche. Su questo sembra che ci sia un indice d’indulgenza da non sottovalutare fra i giovani , sembra infatti che il 32% degli under trenta ritenga che i fatti di violenza vadano trattati all’interni della famiglia.

Mentre a rendersi protagonisti di molestie alle donne sono nella maggior parte dei casi sconosciuti, stando a quanto dicono le stime, le violenze più gravi, quali gli stupri, le botte, la reclusione e tutto ciò che può causare ferite, avvengono per mano di familiari, fidanzati e amici di famiglia. Sono fenomeni che si concretizzano molto spesso fra partners o fidanzati in prossimità della separazione, la cui causa predominante è stata proprio la violenza che la donna ha subito durante il rapporto. Ne conseguono appostamenti da parte dell’ex per trasformarsi poi nel fenomeno dello stalking, o peggio in maltrattamenti e percosse.

I dati relativi rilasciati dall’Istat fanno riferimento al quinquennio 2009/2014 e ci indicano segnali di miglioramento negli ultimi cinque anni rispetto a quelli precedenti per quanto riguarda le violenze fisiche o sessuali che sono scese di circa due punti di percentuale, passando dal 13,3% all’11,3%, ciò dovuto anche a una maggior consapevolezza e intuizione da parte della donna che riesce a evitare in anticipo situazioni di pericolo. Ma se questo tipo di violenze ha subìto un calo , si è irrobustito sproporzionatamente quel tipo di violenze che hanno causato danno.

E il 2016 si apre subito nel peggiore dei modi. Sono trascorsi poco più di trenta giorni dall’inizio del nuovo anno che è subito emerso un quadro sconvolgente sull’incolumità delle donne. È scattata infatti una decina di denunce,  quasi tutte in ambito familiare, per violenza sulle donne che fanno capo a maltrattamenti, reclusioni, tentato omicidio e omicidio vero e proprio. Di quest’ultimo, purtroppo, le cronache ci documentano di ben otto omicidi, di cui uno solo di questi è avvenuto al di fuori della famiglia. È  Il caso di Firenze, dove una donna è stata strangolata da un uomo che voleva derubarla e con il quale prima aveva avuto un rapporto. A Mestre e Sassari, le cronache ci riportano l’omicidio di due nonne per opera dei rispettivi nipoti, il primo con una sega elettrica e il secondo con un vaso di cristallo. A Città di Castello sembra sia stato il figlio a infliggere ben cinque coltellate mortali alla madre. Versa ancora in gravi condizioni di salute la donna che a Pozzuoli il compagno ha dato fuoco. La donna era in stato interessante, e per fortuna almeno la piccola, Giulia Pia, i medici sono riusciti a salvare. << Non avevo intenzione di ucciderla. Dopo averle dato fuoco, non l’ho nemmeno investita, nonostante avessi potuto. Avevo intenzione di sfregiare il viso di Carla, che è una ragazza molto bella >>. Sono le dichiarazioni rilasciate agli inquirenti dal compagno della donna, ammettendo di essersi da lei sentito tradito  e che trova difficoltà nel riconoscimento di paternità della piccola.

Le solite motivazioni di quel gesto sono state quelle che hanno spinto Michele Buoninconti a uccidere la moglie Elena Ceste. Secondo le motivazioni depositate dal giudice Roberto Amerino, l’uomo avrebbe agito con straordinaria freddezza. Un delitto pensato a lungo e compiuto una mattina in cui era a casa dal lavoro. E le motivazioni che abbiano spinto Buoninconti a compiere quel gesto sembra che siano da ricercarsi in una probabile doppia vita che aveva sua moglie.


  1. Immagine fonte Google