Quell’incontro al night club con la mantide religiosa. Passione, desiderio. Morte.

Lui un imprenditore facoltoso. Bell’aspetto. Amante della vita. Un vero seduttore. Lei una giovane spogliarellista straniera. Il lavoro le si addice bene. Si muove con stile. Danza divinamente. Il suo corpo pare scolpito appositamente per quella professione. I suoi movimenti sono morbidi, accarezzano le luci e i sensi di chi la guarda.

L’incontro avviene in un night club. Lui resta stregato da lei. La desidera arditamente. Il sex appeal della donna provoca nell’uomo un’indescrivibile passione. La pensa. La vuole. La desidera. Ma il fascino di quella giovane donna cela un passato misterioso che lui non sa. Un passato che nasconde nello scrigno segreto lussuria e sangue. 

È la mattina dell’11 febbraio del 1986 quando gli abitanti di Parma scoprono nel trafiletto in prima pagina del quotidiano la notizia di un efferato delitto. Di un uomo ritrovato ucciso all’interno della sua macchina. Quest’uomo è Carlo Mazza. L’imprenditore facoltoso. Il playboy. E il giornale riporta che l’efferato delitto risale a due giorni prima, a quando, infatti, la domenica mattina del 9 febbraio 1986, alle ore 10.00, il figlio quindicenne di Carlo esce di casa in cerca del padre e lo scopre nella sua Renault 5 Turbo riverso fra cumuli di sangue.

Ma chi è Carlo Mazza? Carlo Mazza è, anzi, era un erede delle fonderie di famiglia. Un personaggio allegro, simpatico, vivace. Una persona a cui piaceva il lusso, piacevano le automobili e soprattutto piacevano le belle donne. Il suo destino.

I due si frequentano. L’imprenditore ha perso la testa per lei. Le affitta un appartamento in centro e le dà un vitalizio da 2milioni al mese. Niente male per la ballerina straniera dagli occhi di ghiaccio, che abbandona il proprio lavoro.

Perso e innamorato di lei, Carlo organizza un viaggio da fare assieme per il giorno di San Valentino. Ma quel viaggio non lo faranno mai. Cinque giorni prima, lui viene assassinato.

Chiaramente anche la ballerina finisce fra i sospettati dell’omicidio di Carlo Mazza. Ma quale convenienza avrebbe potuto avere lei ad uccidere chi la manteneva e le pagava l’affitto dell’appartamento in cui viveva?

La notte in cui Carlo viene ucciso, risulta che lui abbia frequentato vari locali in compagnia di un amico. E a fine serata  che si sia poi diretto a casa della madre, dove c’era suo figlio ad aspettarlo. Ma Carlo Mazza non è un padre single, ha ancora una moglie, che potrebbe essere l’unica persona a conoscenza come il marito possa aver trascorso quella notte. È  dunque la prima persona a finire sotto il riflettore degli inquirenti.

Però lei, Loredana, ha un alibi di ferro. Inoltre, dietro al delitto di Carlo Mazza, c’è un altro lato oscuro. Pare che Carlo Mazza avesse sottoscritto alcune polizze sulla vita: una intestata al figlio, una alla madre e poi ce ne è un’altra.   

Katharina Miroslawa è il nome dell’affascinante ballerina, amante di Carlo. Polacca di origine. Aveva vissuto in Germania dove aveva conosciuto un certo Victor Witold. Da lui aveva avuto un figlio. Entrambi sono venuti ad abitare in Italia, dove hanno trovato lavoro come sexy ballerini in un locale di Modena.

L’ultima polizza dell’assicurazione sottoscritta da Carlo Mazza scoprono gli inquirenti che è intestata a Katharina. La polizza parla di 1milardo di vecchie lire. Questo è un ottimo movente che potrebbe avere spinto la deliziosa ballerina dei strip club a far fuori il facoltoso playboy. Ma lei si dichiara estranea al fatto ed ha un alibi. Sostiene che la notte dell’omicidio si trovava in Germania. Ma cosa ci faceva lì? e perché?

A questo punto ci sarebbe da riavvolgere il nastro sulla vita dell’affascinante 24enne ballerina e tornare a quando ha preso la decisione di abbandonare il lavoro nei locali notturni per dedicarsi a Carlo. Dedicarsi a Carlo vuole dire anche lasciare Victor. Lasciare Victor vuole dire anche lasciare lui senza lavoro e spingerlo quindi a fare i bagagli, prendere il loro figlio di pochi anni, e tornare ad Amburgo.

Così il 50enne imprenditore l’ha combinata proprio grossa: si è messo di mezzo all’amore fra Katharina Miroslawa e Victor Witold, coppia di fatto con un matrimonio alle spalle e un figlio in comune; e in più ha lasciato Victor senza un lavoro. Giusti motivi per presumere che a premere il grilletto della Browning calibro 6,35 sulla testa di Carlo Mazza fosse stato proprio lui, Victor Witold.

Liberarsi di quell’impostore poteva dire per lui riprendersi Katharina e quindi il lavoro, che senza di lei non avrebbe più potuto fare.

Ma pure l’arma del delitto fa stringere ancora di più il cerchio attorno all’ex marito della ballerina. Si tratta di un’arma tedesca decisamente fuori produzione, che è possibile trovare solo sul mercato nero. Stessa cosa per i suoi proiettili.  

Durante l’interrogatorio, la giovane Katharina sostiene agli inquirenti che al momento dell’omicidio si trovava in Germania con il figlio, e c’era pure Victor, che però lui è dovuto poi partire senza che le avesse detto dove sarebbe andato.

Da Modena, le dichiarazioni dei vicini di casa dove alloggia la ragazza, testimoniano che la notte dell’omicidio hanno avvertito dei rumori provenire da quell’appartamento. E il sopralluogo degli inquirenti fa emergere che realmente qualcuno è stato in quella elegante mansarda nel cuore di Parma la notte dell’omicidio. 

Così il 26 febbraio anche Victor viene messo dentro. Dalle indagini emerge però che parte del vitalizio che Carlo dava all’amante veniva girato anche a Victor e pertanto, è probabile, che Carlo se ne fosse accorto ed abbia deciso di chiudere un po’ il rubinetto.

È pensabile quindi che marito e moglie si fossero messi d’accordo per far fuori il facoltoso imprenditore 50enne, ma il 15 maggio del 1987 il tribunale assolve entrambi. Non ha prove certe per poterli condannare. 

Katharina è quindi libera e potrebbe riscuotere i soldi della polizza, ma quando va all’assicurazione succede qualcosa. La bellissima ex ballerina rifiuta un compromesso con l’assicurazione in cambio di 600milioni di lire, e questo induce gli ispettori dell’assicurazione a svolgere un’indagine privata, dove scoprono che la mattina del 7 febbraio 1986 a Monaco di Baviera qualcuno ha noleggiato una macchina che ha poi riconsegnato il 9. Due giorni dopo. E i chilometri consumati da quell’automobile corrispondono al tratto di percorrenza Monaco di Baviera – Parma e il ritorno. 

C’è ancora di più, uno dei due che ha noleggiato l’automobile è il fratello di Katharina. E perché lo avrebbe fatto? L’ipotesi più accreditata dagli inquirenti è quella che Zibi Miroslawa, il fratello di Katharina, sia stato l’esecutore del delitto, in compagnia di un greco trapiantato in Germania, ma che i mandanti potessero essere stati o Katharina stessa, o Victor, oppure proprio entrambi.

Zibi viene interrogato e afferma di avere noleggiato l’automobile dietro commissione del cognato Victor, il quale sostiene la tesi del fratello dell’ex ballerina e afferma che la macchina gli era servita per una truffa in Germania. Un alibi che però non regge, e l’ipotesi più probabile è quella che Victor e Zibi fossero andati a Parma a uccidere Carlo Mazza e con loro ci fosse stato pure il “greco”. 

E Katharina, che ruolo avrebbe avuto in questa vicenda?

Lei sarebbe stata la mandante. Quindi tutti colpevoli. Si sarebbe trattato di un complotto: la bellissima 24enne la mandante, il “greco”, poi uscito dal processo, colui che ha offerto una copertura, mentre Zibi e Victor gli esecutori del delitto. 24 anni Victor, 21 per tutti gli altri. 

Ecco però un nuovo colpo di scena, la cassazione annulla il verdetto. C’è da rifare un nuovo processo, ma la ragazza sparisce. Sparisce per otto anni dove si fa una nuova vita, un nuovo compagno, da cui ha un’altra figlia. Ma a febbraio del 2000 viene trovata a Vienna e quindi estradata in Italia per scontare i 21 anni riconosciuti dalla sentenza.

Mentre si trova in carcere si dichiara innocente. «Ero veramente innamorata di Carlo», continua a sostenere. E Le rivelazioni poi di Victor, pare appoggiare le dichiarazioni della ragazza: «Sono stato io – sostiene il marito -, Katharina non sapeva nulla». 

Oggi Victor e Zibi sono in libertà, hanno finito di scontare la loro pena, mentre Katharina è ancora in carcere dove però si dedica allo sport e allo studio di moda. In ogni modo, il caso che la riguarda, ancora oggi nasconde molti aspetti e molte cose da chiarire.