– Tutto l’Amore di Ermal -. Ermal Meta in concerto nell’Abbazia di San Galgano a Chiusdino (Siena)

“Che cos’è la speranza, la luce in fondo al buio o la capacità di immaginare questa luce”? Nell’abbazia di San Galgano, a Chiusdino (Siena), la voce di Ermal si alza a riempire il silenzio dei fan venuti da ogni dove per assistere al suo concerto. Risuona alta e perentoria, ma dolce, calda , sensuale. Ha scelto il blu, Ermal, per illuminare gli archi della straordinaria location. Un blu magico che evoca armonia, calma, equilibrio, pace, serenità. Ricorda il cielo, le profondità marine, richiama un senso forte di spiritualità, accentuato dal luogo sacro che lo ospita. Nei mandala tibetani il blu è simbolo di chiarezza e coscienza, riporta a realtà ben più grandi di noi e della nostra natura umana, spingendoci laddove il nostro sguardo terreno non può arrivare. Non prendo nemmeno carta e penna, so già che non ce ne sarà bisogno. Certe sensazioni restano indelebili e incancellabili nella mente. L’aria è carica di pathos. Eccolo. Arriva.  Con i suoi capelli arruffati come devono essere i suoi pensieri. Una chioma in movimento, il fisico asciutto a saltellare da una parte del palco all’altra. Allarga le braccia ad abbracciare tutti e intona il primo brano. “Non abbiamo armi per comandare il tempo. E’ l’esercito dei suoi miliardi di secondi che attraversano tutto”. Il tempo si ferma, congelato dalle note che escono dalle casse. “Non abbiamo armi contro il cambiamento, ma adesso tu mi puoi proteggere dentro ad un abbraccio. Non abbiamo armi, ma abbiamo queste mani…” Niente di banale nei suoi testi, pura poesia. Parole che scavano le corazze del cuore. Non si può restare impassibili, impossibile non farsi coinvolgere, impensabile fare a meno di emozionarsi. “Solo se ti fidi di me. Dicono che tutti i cuori vanno insieme a tempo e quando non si cercano si trovano lo stesso. Io ti chiamo amore in una lingua straniera, tu mi capisci perché non serve traduzione”. Un messaggio universale di fratellanza. L’amore non conosce confini, barriere, nazionalità. “Io non ho perso tempo, ho preso vento per gonfiare le mie vele, navigare in mari sconosciuti. Io non ho perso tempo, a volte ho perso me, per ritrovarmi e ripartire verso te”. Nulla da invidiare ai grandi poeti: “perché è l’amore quello che ci salva, vulnerabile, spesso indistruttibile, comprensibile e a volte inaccettabile, incorruttibile, del tutto affascinabile”.

“Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai, e ricorda che l’amore non colpisce in faccia mai. Figlio mio ricorda l’uomo che diventerai, non sarà mai più grande dell’amore che dai”. L’amore sempre al centro di tutte le sue canzoni, l’amore che si sente dimorare nel suo cuore. Amore per la vita, per una donna, per la gente, per il mondo. L’amore che vince la guerra, l’odio e la cattiveria dell’uomo. “Non mi avete fatto niente, non mi avete tolto niente, questa è la vita che va avanti, oltre tutto, oltre la gente, perché tutto va oltre le vostre inutili guerre. Il mondo si rialza col sorriso di un bambino”. Marta pianse nel sentirla. Marta che sulla Rambla aveva perso Luca. Marta che va avanti, oltre tutto, oltre la gente, oltre queste inutili guerre.

“Che cos’è morire? Niente paura: è solo un cambio di indirizzo cosmico, mi hanno detto così. E l’amore, che cos’è l’amore? Io non lo so esattamente, ma quando conti le cose belle della tua vita, l’amore lo conti sempre due volte”.

Grazie Ermal, per ricordarcelo. Grazie per questo fantastico concerto, che solo concerto non è, ma lezione di vita.