ABUSI SESSUALI: QUINDICENNE DENUNCIA PADRE, ZIO E AMICO DI FAMIGLIA

Prato – Ha dell’incredibile la storia  di una quindicenne toscana che accusa di aver subito per anni abusi sessuali dal padre, dallo zio e da un amico di famiglia e che per disposizione del giudice minorile Silvia Chiarantini, dovrà allontanarsi dall’ambiente familiare in una comunità protetta fuori dalla provincia di Prato.

L’inchiesta è condotta dai sostituti procuratori Antonio Sangermano e Valentina Coscia, che hanno indagato per violenza sessuale aggravata, a seguito della denuncia presentata dalla madre e dalla ragazza, i tre adulti che, interrogati, hanno respinto le accuse, negando ogni addebito.

Ma, stando a quanto ha dichiarato la minore, il primo ad abusare di lei sarebbe stato il padre naturale, quando ( lei ) aveva appena cinque anni e poi si sarebbero aggiunte le violenze di un amico del padre e poi dello zio, marito della sorella del padre, (a conferma di ciò la ragazza avrebbe consegnato agli inquirenti una registrazione di una telefonata in cui l’adulto le avrebbe offerto dei soldi in cambio di una prestazione sessuale), e che sarebbero avvenuti nella casa dove la ragazza vive tuttora con la madre, e in un box accanto all’abitazione.

La quindicenne assistita dalle avvocatesse Elena Augustin e Anna Edy Pacini dell’associazione Anna Maria Marino di Prato, è stata ascoltata diverse volte dal magistrato e ribadendo le accuse non ha capito perché a fronte della sua drammatica storia, l’unico provvedimento emesso dal giudice minorile è stato il suo allontanamento dalla famiglia: «Io vengo rinchiusa e i miei molestatori se la ridono fuori».

«Lunedì mattina chiederò per la minore una revoca del provvedimento di allontanamento emesso dal Tribunale dei minorenni», così l’avvocatessa Anna Edy Pacini, «anche se, riconosco che le indagini sono in una fase delicata e ci vuole ancora un po’ di tempo per accertarne le responsabilità».

Dalla Procura di Prato ad oggi non arrivano altre notizie su questa vicenda che vede coinvolti tre adulti e, qualora il racconto della quindicenne non trovasse riscontro, vedranno le proprie vite rovinate per sempre, ma se invece le accuse mosse risulteranno provate, ci troveremmo in presenza di “mostri” che hanno abusato per anni di una minore.

Questa molto probabilmente la motivazione  che ha indotto la giudice minorile ad allontanare la ragazza dal suo ambiente  familiare pericoloso e malsano.

fonte Stamp Toscana