COMITATO VITTIME DEI GIUDICI

«Oltre alla beffa pure l’inganno» è la citazione che maggiormente riflette la situazione legislativa di uno Stato sofferente: l’Italia. Uno Stato che inneggia alla criminalità e penalizza la rettitudine di gente civile. Sarebbe pertanto opportuno dire “Basta” a tale iniquità dando vita ad un’istituzione che possa dare un freno a eventuali responsabili di “malagiustizia“.

Al parere del popolo italiano, la Nazione sta vivendo dietro gli spettri di una giurisprudenza morta, incapace di punire chi ha commesso il reato. Ce lo rivela la cronaca quotidiana, quando i media raccontano casi di pregiudicati a piede libero pescati a commettere altri reati. La domanda è: perché si trovavano lì? E la risposta: perché il giudice gli aveva concesso un permesso premio. Ce lo rivelano Tv e giornali locali e nazionali che affondano l’articolo su potenziali persone violente che restano impunite per decisione del giudice; nonché casi in cui, nonostante la gravità del reato commesso, le medesime persone non scontano la pena che dovrebbero. 

Non sono pochi, infatti, i casi in Italia di civili che dopo la beffa hanno subìto pure l’inganno cadendo nelle mani di una giustizia, a parere di molti, incompetente. Casi in cui, tanto nel civile che nel penale, la vittima dopo aver subìto il torto da parte del malfattore lo subisce anche da parte di quella che sarebbe dovuta essere la “giustizia” non condannando – quest’ultima – l’imputato alla dovuta pena.

La Nazione, purtroppo, gode di una lunga lista di esempi nei quali ci sarebbe molto da riflettere. Per tale motivo sarebbe opportuno instaurare un comitato a favore delle cosiddette “Vittime dei Giudici“. Si tratterebbe di un ente con la funzione di assumere le difese di tutti coloro che si sono sentiti “vittime della malagiustizia“. 

Ed è persino lo Stato stesso a rimanere spesso vittima di una giurisprudenza colabrodo, facendo riferimento alle persone che hanno scelto di lavorare per lo Stato e che si trovano giorno e notte al servizio del cittadino per garantire la sicurezza, mettendo a rischio la propria incolumità, senza che poi il malfattore, dopo ammanettato, venga punito a dovere dal Tribunale. 

E dunque, dinanzi al forse negligente sistema legislativo italiano, tale Comitato assumerebbe il compito di portare eventuali autorità legislative inadempienti di fronte alla Corte europea dei diritti dell’uomo, in modo di poter mettere gli stessi giudici dinanzi alle proprie responsabilità, e qualora l’imputato chiamato in causa dovesse risultare colpevole del proprio operato, paghi con la radiazione, momentanea o permanente a seconda della gravità commessa.

Non sarebbe sbagliato che il Comitato Vittime dei Giudici fosse composto anche da professionisti del settore legale, e gli stessi goderebbero della priorità (retribuita) negli eventuali casi, altrimenti il Comitato si appoggerebbe ad altri esterni.

Le iscrizioni sarebbero aperte sia a coloro che si sono sentiti vittime della “malagiustizia”, sia a persone che non hanno avuto tale sfortuna ma che comunque ritengono possa essere utile farlo. Ed è importante sottolineare che più alto fosse il numero degli iscritti, maggiore voce in capitolo il Comitato Vittime dei Giudici si permetterebbe di avere.