“Crimini d’Oriente”, fermata banda criminale cinese. Furti e rapine con accette e machete. Una base a Poggio a Caiano

Cinque le persone arrestate nell’ambito di un’inchiesta della procura di Gorizia che si è estesa a 5 regioni. Una delle basi della banda era un capannonne a Poggio a Caiano. Il blitz dei carabinieri nel capannone ha portato alla luce macchine per cucire rubate.

L’operazione è scattata venerdì notte ,31 agosto 2018, ed è stata contemporanea nei luoghi di Poggio a Caiano – come già detto -, Campi Bisenzio, Napoli, Mestre, Padova e Reggio Emilia. 

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, la banda cinese agiva con cruenta violenza sulle vittime al punto che queste venivano legate con fascette di plastica e imbavagliate. E Per l’assalto, questi criminali, utilizzavano armi da fuoco e da taglio, tra cui coltelli a lama lunga, accette e machete, senza risparmiare la violenza fisica sulle persone.

Le vittime delle rapine, quelle fino al momento contestate, sono state 2 abitazioni, una a San Pier d’Isonzo in provincia di Gorizia e l’altra a Mestre, e 7 furti, e tentati furti, ai danni di laboratori tessili gestiti da connazionali nelle località di Mantova, Milano, Treviso, Rovigo .

L’operazione, battezzata “Crimini d’Oriente”, ha portato alla scoperta di un capannone a Poggio a Caiano che, secondo la ricostruzione messa in piedi dai carabinieri, veniva utilizzato come deposito, entro cui alloggiavano numerose macchine per cucire rubate dall’organizzazione. Nell’operazione è stata posta sotto sequestro pure un’automobile marcata Volkswagen Caddy che veniva utilizzata dalla banda per gli spostamenti sul territorio.

I carabinieri del Nucleo investigativo della città friulana hanno attuato 2 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal tribunale e 5 decreti di fermo emessi dalla procura.