FIL, SIAMO STATI COSTRETTI A LASCIARE LA SOCIETÀ, MA SUL LAVORO NON MOLLIAMO. NECESSARIO FARE UN PATTO DI DISTRETTO

Montemurlo Il sindaco Lorenzini risponde al Coordinamento della Sinistra di Montemurlo che in una nota critica la decisione di uscire dalla partecipata

La nota diffusa dal Coordinamento della Sinistra di Montemurlo sui social, ai media locali e recapitata al protocollo dell’amministrazione comunale in data 1 dicembre, in merito alla decisione dell’amministrazione comunale di uscire dalla società partecipata Fil, permette al sindaco Mauro Lorenzini di chiarire la propria posizione sulla vicenda.

«C’è poco da stupirsi sulla decisione del Comune di Montemurlo di lasciare la partecipazione in Fil. Sulla questione, infatti, è necessario fare due considerazioni di merito. Per prima cosa bisogna considerare che è stata una decisione inevitabile. A imporcelo è stato un combinato disposto di leggi: la Riforma delle Province, la Riforma delle Società partecipate – che prevede per gli enti locali di dismettere tutte le partecipazioni che non sono direttamente confacenti alle proprie funzioni (e il Comune non ha tra le sue competenze il lavoro e la formazione!) – e infine ci sono poi le disposizioni del “Jobs Act” sui servizi in capo alla Regione. Se fossimo rimasti in Fil avremmo dunque contravvenuto alla legge e rischiato pesanti sanzioni.- continua il sindaco Lorenzini – La seconda questione riguarda il lavoro. Come ho avuto modo più volte di dire, la nostra uscita da Fil non significa chiudere gli occhi sul problema dell’occupazione, della disoccupazione giovanile, della formazione, del reinserimento lavorativo, che anzi sentiamo come un’urgenza al di là delle specifiche funzioni che la legge ci affida come ente. Di tutto ciò ce ne siamo occupati e preoccupati da non poco tempo. Oggi continuiamo a preoccuparcene , ma lo dobbiamo fare con gli strumenti che abbiamo a disposizione. Se attualmente la Fil non può più svolgere il ruolo che le era stato attribuito negli anni passati, è bene che continui a far bene quello che gli viene assegnato oggi dalla Regione, perché abbiamo bisogno di un soggetto che gestisca le politiche attive del lavoro su territorio. Per quanto riguarda la formazione forse dovremmo pensare a un nuovo soggetto, ad una “nuova Fil” magari riprendendo il modello fondativo della società che vedeva pubblico e privato insieme. Il Comune di Montemurlo da solo non può fare niente, occorre mettersi insieme e progettare un futuro per la nostra popolazione. Sul lavoro è necessario ritrovare un patto di distretto, individuare strategie di sviluppo comuni e dunque investire in percorsi di formazione condivisi. Se non convergono interessi e valori, non si daranno risposte ai gravi problemi che attanagliano la nostra società. Più volte a questo proposito ho sostenuto la necessità di favorire il ricambio generazionale nelle aziende tessili, dove, entro breve tempo rischiamo di perdere competenze tecniche preziose: cimatori, cardatori, tecnici tintori ecc… In questo senso potremmo pretendere, tutti insieme, l’attivazione di percorsi di formazione professionale “su misura” a difesa di quel “saper fare” che è specifico della filiera tessile pratese e non solo. Siamo ancora in una fase di transizione e solo se il territorio si presenta unito può esprimere una forza negoziale nei confronti della Regione e sperare, dunque, che la Fil (o un altro soggetto) recuperi quelle funzioni che le erano peculiari: sostegno e accompagnamento all’inserimento o reinserimento dei soggetti più deboli o svantaggiati all’interno del mercato del lavoro. Solo per fare qualche esempio, penso alle lavoratrici espulse dal tessile, che tramite i corsi di formazione della Fil si sono riqualificate come Oss, oppure chi all’interno della propria azienda ha potuto migliorare la propria professionalità e rimanere sul mercato del lavoro tramite i continui aggiornamenti promossi dalla Fil. Penso ai ragazzi che hanno lasciato la scuola prima del conseguimento del diploma, che grazie a Fil hanno potuto ottenere una qualifica professionale e inserirsi nel mondo del lavoro. Infine, ricordo l’impegno profuso da Fil nel promuovere all’interno delle aziende il tema del lavoro sicuro e consapevole, questione oggi più che mai attuale.

La Fil oggi svolge solo le funzioni della politiche attive del lavoro. Purtroppo manca tutta la parte delle formazione e il rapporto con le imprese che vogliono innovare o che lo stanno già facendo. Il mio invito quindi è rivolto a tutti i sindaci dell’area, alle imprese del territorio, affinché possiamo lavorare insieme per ridare a Fil (o ad un altro soggetto similare), la missione che porta nel nome: formazione, innovazione e lavoro».