IL TEATRO DI VERONICA PANARELLO

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di Roberto Fiordi 20/02/2016

Veronica Panarello esce con la sua ennesima verità sul delitto del figlio: << È stato mio suocero, Andrea Stival, il mio amante, a uccidere Loris >>.

È l’ultima ricostruzione che la donna dà in sua discolpa a una psicologa, dal carcere di Catania, dove è detenuta con l’accusa d’omicidio aggravato e occultamento di cadavere ai danni del figlioletto di soli otto anni.

Una verità che per adesso non trova riscontri e che il suocero bolla come l’ennesima follia della donna.

Secondo quanto sostiene l’imputata, al ritorno da scuola, lei avrebbe incontrato il padre di suo marito, che appena salito in macchina si sarebbe sdraiato sul sedile posteriore dell’auto per non essere visto.

Poi, Una volta dentro casa, il piccolo Loris li avrebbe scorti insieme e avrebbe minacciato di rivelarlo al padre, e a quel punto il nonno del piccolo non ci avrebbe visto più e avrebbe costretto la donna a mettere le fascette ai polsi del figlio per farlo stare fermo e lo avrebbe strangolato con un cavo elettrico.

Un puzzle questo molto difficile da mettere insieme, che neppure la sorella della donna riesce a credere. << È stata lei, l’ho sempre detto >>, rivela Antonella Panarello, sorella dell’imputata. << Le sue sono solo bugie >>.

La sorella di Veronica è certa di ciò che dice. Secondo Antonella, l’ultima versione della sorella, oltre che essere una menzogna per discolparsi è anche una maniera di far parlare di sé le cronache. Una forma di protagonismo, se vogliamo, che comunque ha spinto la Procura di Ragusa, per atto dovuto, a iscrivere Andrea Stival nel registro degli indagati.

A sua volta l’uomo respinge le accuse e denuncia la nuora per calunnie.

Ma cosa sappiamo di Veronica Panarello?

Innanzitutto che è una donna non in pace con sé stessa, un soggetto dalla personalità inquieta, contrastata; una donna che in più occasioni ha cambiato la versione dei fatti sull’omicidio del figlio Loris.

Una donna ora provata e ora fredda, come diversamente non potrebbe essere una madre che strangola il proprio figlio e poi ne occulta il cadavere, qualora fosse stata realmente lei.

Ma chi è questa donna?

Il viaggio a ritroso che gli inquirenti hanno fatto per scavare nella vita di Veronica Panarello, ci dice che è una donna che ha vissuto una vita infelice sin da bambinetta.

Certamente ciò non arriverebbe mai a giustificare il gesto che è presunto abbia fatto, ma potrebbe esserne la causa.

Già da quando la famiglia si era trasferita in Liguria per motivi di lavoro, dove il padre faceva il camionista e la madre la casalinga, malgrado la sua giovane età, iniziava a mostrare difficoltà d’inserimento e problemi d’ambientazione.

Il luogo scolastico elementare, per esempio, l’ossessionava. Non riusciva a legare con i compagni.

E secondo sempre la ricostruzione del suo passato fatta dagli inquirenti, le cose non erano cambiate nemmeno quando aveva fatto ritorno in Sicilia con la famiglia , dove lei prima ha frequentato le medie e poi il liceo artistico. Si trattava di una ragazza dal carattere difficile.

Di lei viene detto di essersi in più occasioni sottoposta a tentativi di suicidio, dovuti molto probabilmente alla frustrante ossessione di sentirsi rifiutata dai suoi compagni, un sentimento che la portava a isolarsi da tutto e da tutti e a rinchiudersi sempre più in sé stessa.

Il disagio aumentava dinanzi alla mancata comprensione da parte dei genitori, che le hanno in questo modo condizionato i modi di vedere le cose: non più con occhio razionale bensì emotivo.

E può essere uno dei motivi che anche nella fase pre-adolescenziale l’ha portata a compiere gesti estremi e iracondi.

Le sue fragilità, le sue debolezze andavano spesso a rifugiarsi dietro a presunti malesseri, dietro a denunce di presunti tentativi di violenza sessuale e altre cose ancora, insomma dietro un teatrino costruito da lei, con le proprie mani, in modo adeguato per essere messa al centro dell’attenzione.

Come i suoi tentativi di suicidio, che alla luce di  tanti fatti, sembra che siano stati più dimostrativi che concreti. Stessa cosa potrebbe essere l’ultima denuncia nei confronti del suocero.


  1. Immagine fonte Google