INTERVISTA CON MONICA FABBRI, PRIMO MEDICO FEDERALE DONNA DELLA NAZIONALE DI CALCIO FEMMINILE

di Patrizia Scotto di Santolo

PratoSarà Monica Fabbri, una fiorentina che vive con la famiglia a Prato, nipote del cronometrista alle Olimpiadi di Roma Giovanni Morini, il primo medico federale donna della Nazionale di Calcio Femminile. La squadra tricolore si contenderà il titolo europeo  in Olanda, ovvero il Women’s EURO 2017, in programma dal 16 luglio al 6 agosto con  31 partite, e per la prima volta in gara con 16 squadre.

“Non sarà un’impresa facile – spiega la dottoressa Fabbri – per le azzurre di Antonio Cabrini inserite nel gruppo B insieme a Germania, Svezia e Russia, anche perché  le tedesche sono campionesse continentali in carica (7 volte vincitrici della rassegna continentale in otto edizioni), medaglia d’oro olimpica a Rio 2016; le scandinave, argento agli ultimi Giochi,mentre la nazionale russa è 22esima nel ranking Fifa alle spalle della nostra Nazionale, che è al 19novesimo posto”.

 A chi dice che il calcio non è uno sport per  donne, Monica Fabbri risponde: “Le giocatrici  hanno tutte la mentalità di atlete professioniste anche se non mancano le differenze sopratutto a livello fisico, ma, per il resto, il calcio femminile in Italia sta acquistando sempre più spazio sopratutto grazie all’attenzione della Figc, che sta investendo molto in progetti che consentano di arrivare almeno a far considerare questo sport nello stesso modo in cui lo vivono nazioni a noi vicine come Francia, Germania e Inghilterra”.

Sei paesi, infatti, Inghilterra, Francia, Germania, Olanda, Norvegia e Svezia contano oltre 100.000 giocatrici. E’ cresciuto anche il numero di calciatrici professioniste e semi-professioniste, con un incremento da 1.303 nel 2012/13 a 2.853 nel 2016/17. Nel frattempo, sono 52 i paesi che possono vantare un campionato dedicato, e il numero di nazionali femminili in Europa è cresciuto da 173 nel 2012/13 a 233 nel 2016/17. Ci sono ad ora 17.553 allenatori femminili qualificati nelle federazioni nazionali europee. Nel nostro paese i dati Uefa sono  confortanti,infatti sono 22,564 (di cui 10,722 sotto i 18 anni) le  calciatrici tesserate in 702 squadre nel 2015, +9,7 % rispetto all’ultima stagione ma soprattutto +88,2 % negli ultimi 7 anni.

Tra le varie soluzioni prospettate, una tra le più interessanti potrebbe  essere quella di coinvolgere le società professionistiche del calcio maschile, in modo che tutte le società maschili della serie A e B abbiano una loro squadra.Su questo punto qualche club si è già mosso in anticipo, come la Fiorentina, con la Fiorentina Women’s Football Club (il presidente è Sandro Mencucci, amministratore delegato della società dei Della Valle), raccogliendo l’eredità dell’A.C.F. Firenze in Serie A, e vincitrice quest’anno del suo primo scudetto. Lo stesso ha fatto la Lazio, creando la S.S. Lazio Women 2015, che disputa il campionato di serie B. Una strada che potrebbe essere seguita,ben presto, anche dalle altre società sportive, avvicinando sempre più le massime divisioni maschili e femminili e conseguendo l obiettivo dell’affiliazione voluta dalla Figc.

“Personalmente ciò che ancora è da fare  – conclude la dottoressa Fabbri – è ridurre la disparità economica e mediatica, perché alle calciatrici donne non è  data  la possibilità di essere inquadrate come professioniste (attualmente sono studentesse o lavorano),anche se non  è detto che in un futuro non troppo lontano possa accadere”.

Di recente la UEFA ha lanciato il proprio programma di “leadership dedicato”, ideato per le donne che lavorano all’interno delle federazioni e le federazioni stesse ne stanno seguendo l’esempio. Nel 2016/17, 399 donne hanno lavorato a livello manageriale o superiore nelle federazioni nazionali (erano 121 nel 2012/13).

Ad oggi il calcio femminile è in crescita grazie anche all’aumento del numero delle tesserate, a un sempre maggior coinvolgimento del pubblico, con un conseguente maggior spazio sui media e sponsor. Ampia anche la quota di ragazze nelle vesti di calciatrici, arbitri, dirigenti, volontari o semplicemente spettatrici appassionate, una serie di obiettivi raggiunti che promuovono lo sviluppo e il progresso del calcio in rosa e delle competizioni femminili.

fonte Stamp Toscana