Matteo Biffoni Bis. 

Per la seconda volta Matteo Biffoni è sindaco di Prato.
A qualche amico intimo avevo già fatto questa previsione in tempi non sospetti. Lo so che quando vesto i panni di “Amelia, la strega che ammalia” in tanti sono scossi da un fremito di terrore ed alcuni stanno giustamente sul “chi va là”. Poi ci sono gli scettici…
Ma che dire? Ancora una volta ho azzeccato: chiamatelo culo…
Cosa ho vinto nell’azzeccare la previsione? Personalmente niente: nessuna poltrona, nessuno stipendio sicuro, nessun distintivo. Nessuna medaglietta di bravo soldato. Niente di niente.  
Per la seconda volta da quando nel 2009 un fortissimo Roberto Cenni strappò la città al centrosinistra, il centrodestra pratese non ha centrato il bersaglio. 
E’ tempo di autocritica. 
Ma se appena appena conosco i miei polli non ci sarà alcun “mea culpa”. Le colpe sono degli altri, di quelli che hanno vinto, dei pratesi che si sono nuovamente voluti male.
La verità è una: Matteo Biffoni non ha sbagliato un colpo in queste elezioni. 
Non giudico il suo operato come sindaco di Prato perchè non ho gli strumenti per farlo (potrei dire a ragione che alcune punti di programma non sono stati rispettati ma di contro, per essere del tutto onesta, dovrei anche dire che alcuni altri lo sono stati). 
La macchina messa su per farlo vincere, ha fatto il suo dovere: lo ha portato alla vittoria.
Cosa non ha convinto del centrodestra? 
Le persone “venute da lontano”? 
Un candidato sindaco sconosciuto? 
Una persona imposta? 
Il solito centrodestra litigioso e diviso? 
La corsa personale alle poltrone? 
Un giorno dichiararsi uniti per poi il giorno dopo smentire il tutto cercando di salvare non capra e cavoli ma solo i cavoli propri?
Pur essendo simpatizzante di centrodestra, fin dall’inizio di questa campagna elettorale, ho storto il naso per (quasi ) tutte le scelte operate da quelli che dovevano essere i miei beniamini.
Per il candidato (degnissima persona ma sconosciuto ai più) ; per lo slogan; per il colore; per il camper; perchè a questa campagna è mancata coesione e mordente. 
Una campagna “loffia” e forse partita fin troppo tardi  sull’onda delle divisioni interne e del malcontento generale. 
Questi sono errori che si pagano. 
Perchè l’elettore è attento e il suo malcontento lo dimostra nel segreto della cabina elettorale.
Matteo Biffoni ha condotto una campagna elettorale lineare, pulita e gli elettori, i cittadini, lo hanno premiato in virtù di questo e delle cose fatte (e delle cadreghe promesse? Si, anche. Ma si vede che è stato più bravo di altri anche in questo…). 
Se gli “altri” sono forti e oggi meritatamente governano, la colpa è di chi  è stato debole, litigioso, diviso.
Fatevi un esamino di coscienza. Dopo l’esamino, recitate il MEA CULPA. A seguire: 10 Pater, Ave, Gloria. Poi, riprovateci fra 5 anni…