MOSCHEE ABUSIVE NEL PAESE DEI BALOCCHI, L’ITALIA

di Roberto Fiordi

È sempre più in crescita il numero di luoghi ritenuti di culto disseminati nel territorio e che spesso impropriamente in Italia vengono definiti moschee.

Nel nostro Paese parliamo di oltre 800 di queste strutture che non rientrano nei parametri consentiti dal Testo unico dell’edilizia.

Costruire una moschea, o qualunque luogo di culto che sia, prevede appositi requisiti previsti dai decreti legislativi sui fabbricati, quali quei criteri sulla sicurezza come l’antincendio, le vie di fuga, le porte antipanico, eccetera, che purtroppo non sono tanto rispettati negli ambienti censiti, figuriamoci nei luoghi abusivi.

Tuttavia spesso accade che siano i garage ad assumere la funzione di luogo di culto per i fedeli di Allah, dove si riuniscono per pregare. È certo che questi luoghi rimangono estranei al censimento degli immobili. Ed essendo quindi anche luoghi fantasma, possono talvolta essere basi dove programmare possibili attentati. Non è infatti da sottovalutare la possibilità che, soprattutto in quelle segrete strutture adibite al culto, vi si trovino fondamentalisti islamici che inculcano dottrine dell’Isis, divenendo così luoghi strategici anche per pianificare azioni terroristiche.

Un monitoraggio sull’antiterrorismo ha identificato ben 820 strutture di culto e 184 moschee. A Roma ne sono state censite una cinquantina circa, ma vi è il sospetto che possano essercene anche di più di cento.

È oramai da anni che va avanti la lotta contro le moschee abusive, motivo per cui ad aprile 2015, Daniela Santanchè e Renato Brunetta, hanno presentato un disegno di legge che prevede l’istituzione di un registro pubblico nei luoghi di culto e l’Albo nazionale degli Imam. La figura dell’Imam e il luogo di culto sono i punti centrali del decreto legislativo e poiché spesso accade che questa guida morale e/o spirituale (l’Imam) non parla in italiano durante l’omelia, il decreto presentato presume che il sermone sia fatto in lingua italiana e che l’Imam non sia collegato con ambienti estremisti.

A maggio anche l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, portò all’Assemblea Capitolina la proposta per l’istituzione di un Albo obbligatorio delle associazioni o organizzazioni religiose; mentre a Milano, dove c’è il maggior numero di mussulmani, ne contiamo circa 150.000, Fratelli d’Italia aveva organizzato una raccolta di firme per impedire la realizzazione di un’altra moschea da insediarsi sull’area dove sorgeva il Palatrussardi.

Ma il 3 agosto dello stesso anno c’è stata l’amara sorpresa per i Fratelli d’Italia e per i firmaioli contro la realizzazione della moschea, in quanto all’apertura delle buste a Palazzo Marino è stato dato il consenso al Caim (coordinamento associazioni islamiche) per la realizzazione della chiesa mussulmana nell’area vicina al Palatrussardi.


1. Immagine fonte Google