Prato, confisca d’immobili, auto e soldi a una coppia d’imprenditori rei d’incongrua dichiarazione dei redditi

Prato – La Cassazione ha confermato nei giorni scorsi la sentenza del tribunale di Prato che aveva accolto la richiesta da parte della Direzione distrettuale antimafia di Firenze dopo che, sulla base di indagini svolte dalla guardia di finanza, aveva chiestola il sequestro di 415 mila euro, due immobili e il ricavato della vendita di una Porsche Cayenne e di due veicoli di lusso, nei confronti di due imprenditori – marito e moglie – che fra il 2008 e il 2009, avevano dichiarato al fisco – secondo l’imputazione – una cifra pari a 655 mila euro, quando in realtà la somma avrebbe superato i 4 milioni di euro nel 2008 e circa uno e mezzo nel 2009, somme di denaro che avrebbero fatto transitare in Cina.

L’attività di trasferimento in Cina di cifre tanto esposte si realizzava, secondo quanto emerso dalle intercettazioni e videoregistrazioni messe in atto dalla guardia di finanza presso un’agenzia fiorentina, attraverso somme di denaro non superiori a 2mila euro intestate a nomi fittizi, che la stessa agenzia riceveva. Il titolare dell’agenzia ha raccontato agli inquirenti che i clienti si presentavano mostrando fotocopie di documenti d’identità in maniera da poter intestare i singoli versamenti a persone diverse dai reali mandanti.