Preso dalla polizia municipale l’uomo che gettò polpette avvelenate lungo l’argine del Torrente Meldalcione

Si tratta di un montemurlese di 73 anni. A incastrare l’avvelenatore i filmati di alcune telecamere di video-sorveglianza della zona. Ora l’uomo rischia la reclusione da 3 a 18 mesi e una multa da 5 a 30 mila euro per maltrattamento di animali. Il sindaco Calamai: «Giusto assicurare alla giustizia il responsabile di quest’atto gravissimo, potenzialmente pericoloso anche per i bambini»

Dopo accurate indagini la Polizia Municipale di Montemurlo è riuscita a individuare il responsabile dell’ abbandono di ben nove polpette avvelenate lungo il torrente Meldancione a Oste lo scorso luglio. Si tratta di un montemurlese di 73 anni, identificato grazie alle immagini registrate dalle telecamere di sicurezza di alcune aziende poste vicine all’argine del torrente. Nel video acquisito si vede un uomo, che con un sacchetto in mano e dei guanti, si aggira con fare sospetto.

Da qui è partita l’indagine della Polizia Municipale che, dopo vari appostamenti, ha fermato il responsabile del confezionamento e dello spargimento delle esche avvelenate. All’uomo, infatti, gli agenti hanno sequestrato una confezione di lumachicida in granuli blu, la stessa sostanza rinvenuta all’interno delle polpette. Le analisi effettuate dall’Istituto zooprofilattico di Scandicci hanno confermato i primi sospetti della Polizia Municipale: all’interno delle polpette erano stati inseriti granuli di un prodotto lumachicida ed esattamente il composto chimico “metaldeide”. L’uomo è stato denunciato per il reato di maltrattamento di animali e rischia la reclusione da 3 a 18 mesi e una multa da 5 a 30 mila euro, per il getto pericoloso di cose è previsto l’arresto fino ad un mese e un’ammenda fino a 206 euro.

«È giusto aver assicurato alla giustizia il responsabile di quest’atto gravissimo e per questo voglio esprimere un plauso all’attività investigativa messa in atto dalla nostra Polizia Municipale.- sottolineano il sindaco Simone Calamai e l’assessore alla polizia municipale, Valentina Vespi – Spargere esche avvelenate è un reato odioso, perché va a colpire principalmente i cani, animali meravigliosi, amici fedeli e parte integrante di tante famiglie. Inoltre le esche sono potenzialmente pericolose anche per i bambini, che, attirati dai granuli di colore blu, potrebbero maneggiarli senza alcuna precauzione».

Solo per un caso fortuito nessun cane è rimasto vittima dei bocconi avvelenati. Lo scorso luglio la polizia municipale fu avvertita dal proprietario di un cane del ritrovamento di una polpetta avvelenata lungo l’argine del torrente. Subito gli agenti si recarono sul posto e dopo un’accurata ispezione trovarono in tutto nove esche avvelenate. Una cagnetta era già stata portata al pronto soccorso veterinario, mentre un’altra fortunatamente aveva addentato una polpetta senza però ingerirla, anche grazie all’intervento della padrona. Dopo i fatti le indagini sono iniziate subito e fino ad adesso sono state secretate per permettere all’organo di polizia di agire incisivamente ed individuare il colpevole, come spiega il comandante della Polizia Municipale di Montemurlo, Gioni Biagioni:«La disseminazione incontrollata di esche e sostanze tossiche è un fenomeno pericoloso utilizzato, soprattutto in alcune aree del Paese, come strumento doloso per eliminare animali randagi.- spiega- Un’abitudine che rappresenta un grave problema di sanità e incolumità pubblica in quanto, oltre ad essere un rischio per gli animali domestici, costituisce un serio pericolo per l’ambiente e soprattutto per gli esseri umani, in particolare per i bambini attratti dalle esche». Lo stesso legislatore è molto attento al fenomeno e proprio di recente, con Ordinanza del 12 luglio 2019, il Ministero della Salute ha emanato norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati, sensibilizzando gli organismi pubblici ad adottare procedure ben definite e finalizzate ad un pronto intervento sulle aree oggetto di abbandono di esche o bocconi avvelenati, oltre a creare reti tali da favorire le indagini per individuare i colpevoli.