Ristorante Vite, l’agriturismo gastronomico di San Patrignano per una nuova avventura

Tradizione e innovazione nel menù del locale che riapre le porte ai clienti. Un’attività essenziale anche per la formazione delle ragazze e dei ragazzi della comunità

 Condividere la passione per il cibo e far scoprire la genuinità dei prodotti frutto dell’impegno dei ragazzi di San Patrignano. Sono questi i due tratti che contraddistinguono Vite, l’agriturismo gastronomico della comunità, che da appena una settimana ha riaperto le porte ai suoi clienti (aperto tutti i giorni a pranzo e a cena).

Come un romanzo avvincente, Vite si arricchisce di un nuovo entusiasmante capitolo grazie a una nuova brigata in cucina e in sala, composta da ragazze e ragazzi ancora in percorso che qui possono mettersi alla prova con persone esterne alla comunità. A guidarli i ragazzi in cucina il giovane chef Davide Pontoriere, con i sous chef Luca Feriero e Luca Strano, mentre in sala i ragazzi saranno guidati dal maitre Massimiliano Novello.

In cucina la volontà è quella di unire nuove idee a ingredienti di prossimità. Una filosofia che unisce stagionalità autentica e prodotti provenienti o dalla filiera di San Patrignano o accuratamente selezionati. “Nel piatto si ritrova la sinergia con il territorio e l’amore per la materia prima, trattata con rispetto, delicatezza e semplicità – spiega lo chef Pontoriere –  I nostri piatti prendono vita dalla libertà di proporre abbinamenti inediti, vivaci, che parlano di San Patrignano e di ragazzi che in cucina vogliono mettersi in gioco”.

Sarà possibile ritrovare quindi grandi classici del ristorante, come la “Pappa al pomodoro” o il “Risotto Vite” o nuovi intriganti piatti come l’ “Asparago in spuma, al vapore e croccante con meringa salata al dragoncello e spugna al curry”, o gli “Gnocchi di ricotta e seppia con pisellini e menta nepetella”, o i “Cappellacci di scamone fondente in brodo ristretto di Pecorino di San Patrignano e cipolla al profumo di alloro”. Fra i secondi da scoprire l’ “Anguilla di Romagna alla griglia” o assaporare il “Capocollo di Mora Romagnola alla brace, con asparagi alla senape e ciccioli”, per poi concludere con uno dei nuovi deliziosi dessert (scopri l’intero menù). Una cucina che vuole essere diversa da quella abituale, capace di inventare e giocare, ma allo stesso tempo in grado di restare solidamente ancorata alle origini e accessibile a tutti. Da non dimenticare la selezione di vini intriganti per espressione varietale e carattere regionale da abbinare ai piatti del menù.

Un ristorante che alla qualità dei suoi piatti, unisce e conferma ancora una volta il suo essere scuola di formazione per i ragazzi in percorso in comunità. “Abbiamo strutturato un gruppo di ragazzi e ragazze in percorso che si muoverà come un settore di formazione – spiega Roberto Bezzi, responsabile del ristorante – Si tratta di ragazzi che in passato hanno già lavorato nella ristorazione o che ne hanno appreso i segreti nei primi anni di percorso. A loro poi nei fine settimana si uniranno ragazze e ragazzi che frequentano la scuola alberghiera che così potranno mettersi alla prova. I nostri clienti spesso vedranno impegnate in cucina e in sala più persone di quante solitamente possono esserci in un ristorante, ma senza il loro brulicare fra i tavoli e la loro voglia di imparare, questo ristorante non avrebbe senso di esistere”.