Si può vivere di musica? L’Irlanda dice sì: 325 €/settimana per creativi
In Irlanda la musica è finalmente riconosciuta come un vero e proprio lavoro. Dal 2026 infatti partirà ufficialmente il programma “Basic Income for the Arts”, una misura che garantirà un reddito settimanale di 325 euro a 2.200 artisti, musicisti e creativi. L’obiettivo è chiaro: offrire stabilità economica a chi dedica la propria vita alla cultura, un settore spesso precario ma essenziale per la società.
Il ministro della Cultura Patrick O’Donovan ha definito questo traguardo come motivo di orgoglio nazionale e un esempio destinato a ispirare altri Paesi. L’iniziativa nasce da un progetto pilota avviato nel 2022 che ha dato risultati positivi, confermando l’importanza di sostenere gli artisti in modo concreto e continuativo. Da settembre 2026 la misura diventerà permanente, con la prospettiva di includere un numero sempre maggiore di lavoratori dell’arte e della creatività.
Per i musicisti, in particolare per coloro che operano nella scena elettronica, questa decisione rappresenta una rivoluzione culturale. La musica elettronica è da anni uno dei settori più vivaci e innovativi del panorama artistico, ma anche uno dei più fragili dal punto di vista economico. Molti produttori, DJ e performer vivono di progetti intermittenti, serate, collaborazioni occasionali e spesso non dispongono di una rete di sicurezza che permetta loro di dedicarsi alla sperimentazione e alla crescita artistica.
Con il nuovo reddito di base, l’Irlanda riconosce che la creatività è una forma di lavoro che richiede tempo, ricerca, investimenti e passione. Per chi produce musica elettronica, questo significa poter affrontare con maggiore serenità le fasi di composizione, registrazione e promozione. Significa anche avere la possibilità di esplorare nuovi linguaggi sonori, senza la costante pressione economica che spesso costringe a rinunciare a progetti più rischiosi o innovativi.
La misura avrà probabilmente effetti anche sull’intero ecosistema musicale. I club, i festival e gli studi di produzione potrebbero beneficiare di una scena più stabile e stimolante, capace di generare nuove collaborazioni e attrarre talenti internazionali. L’Irlanda si candida così a diventare uno dei Paesi più avanzati nella tutela della cultura e delle arti contemporanee, dimostrando che investire nella creatività non è un lusso, ma una strategia di crescita sociale ed economica.
Molti artisti sperano che questo esempio venga seguito anche altrove. In un’epoca in cui la musica elettronica continua a evolversi grazie alle tecnologie digitali, ai social e all’intelligenza artificiale, garantire un reddito di base ai creativi significa anche sostenere l’innovazione e la sperimentazione. È un modo per dire che la cultura ha valore, che la musica è lavoro e che chi crea merita dignità e sicurezza.
Chissà che un giorno anche altri Paesi, magari l’Italia, decidano di compiere un passo simile. Sarebbe un segnale forte, capace di restituire fiducia a migliaia di artisti e di ricordare a tutti che la musica, in ogni sua forma, è uno dei linguaggi più autentici e vitali della nostra epoca.
Michael B DJ
Chi sono? Sono Michael, un DJ e producer che ha trovato nella musica un modo per comunicare con il mondo. Sono riuscito a trasformare la passione per la musica elettronica in una carriera, vincendo vari concorsi e firmando contratti con etichette discografiche in Italia e all’estero. Le mie produzioni spaziano dalla house alla techno. Ho avuto l’opportunità di collaborare con radio in tutto il mondo e dal 2016 mi dedico al mio programma radiofonico, B-Tronic. Continuo a esplorare nuove sonorità e a condividere la mia visione musicale, raccontando una storia attraverso ogni DJ set, ogni traccia e ogni articolo scritto qui all'”Edicola delle Notizie”.
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