UN ALTRO OMICIDIO SENZA UNA PURA RAGIONE. LUCA VARANI È STATO UCCISO PER VEDERE CHE EFFETTO FA

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di Roberto Fiordi (12/03/2016)

Non si placca la follia omicida della gente. A Roma un altro giovane perde la vita senza un perché. È quanto emerge dalle ammissioni  di uno dei due killer, Manuel Foffo, al pm Francesco Scavo. «Volevamo vedere l’effetto che fa». Sono le ripugnanti parole rilasciate da Foffo durante la sua confessione. «Eravamo usciti in macchina la sera prima sperando di incontrare qualcuno», ha proseguito Manuel. «Poi abbiamo pensato a Luca. Il mio amico lo conosceva».

Secondo la ricostruzione fatta dai magistrati i due assassini, Manuel Foffo e il complice omicida Marco Prato, il 2 marzo si sono incontrati nell’appartamento di Foffo, alla periferia di Roma, per trascorrere assieme alcune ore in compagnia di alcol, cocaina e forse anche sesso.

Dai racconti messi a verbale dagli inquirenti, Foffo sostiene che a fornire la droga sarebbe stato Prato, e che avrebbe telefonato più volte a uno spacciatore per fare rifornimento. Aggiunge inoltre di non essere in grado di conoscere la quantità in grammi acquistata e consumata, ma che comunque può essere quantificata in circa 1.800 euro di denaro speso.

Dopo diverse ore chiusi nell’appartamento, il giorno successivo, giovedì 3 marzo, si sono messi al volante dell’auto con la terrificante voglia di saziare quel brivido omicida che era dalla notte precedente che attraversava la loro la schiena. Qualunque persona. A caso.

Hanno così invitato la vittima, Luca Varani, un giovane 23enne di origini serbe ma adottato da una famiglia romana,  nell’appartamento al Collatino per un rapporto sessuale in cambio di 120 euro.

Luca Varani, nonostante fosse eterosessuale e avesse la fidanzata, sembra che talvolta si concedesse a rapporti sessuali in cambio di soldi. È quanto emerge  da internet.

La fidanzata della vittima, Marta Gaia Sebastiani, sulle righe di Facebook lo descrive un ragazzo “dolce e sensibile e non per quello debole e a volte troppo presuntuoso”. Spiega di non sapere la verità e che cosa sia realmente successo. Troppo spesso si arrabbiava con lui perché le raccontava bugie, lo odiava in quei momenti, ma però non poteva fare a meno di amarlo perché era anche lui che amava lei.

Non pensava che fosse stato un cocainomane, spiega la ragazza, e non sa darsi una ragione neppure lei sul perché si trovasse lì, in mani sbagliate.

Foffo e Prato si erano conosciuti non molto tempo fa, poco prima di capodanno, dove il fascino di Prato, lo stile di vita, gli ambienti che frequentava, il look e forse anche il carisma, avevano in qualche modo conquistato Foffo.

Prato, 29enne, studente universitario fuori corso, era un organizzatore di eventi in ambienti cool. Veniva definito il re della movida gay capitolina. Un esemplare un po’ strano. In passato aveva avuto una breve storia con la showgirl, attrice ed ex modella Flavia Vento, la quale stessa ammette d’averci avuto un flirt due anni fa e lo descrive come un uomo non violento. Nel 2014 viene ritratto in una foto apparsa su Oggi avvinghiato con la showgirl sul cofano della macchina.

Ma oggi sembra essere cambiato. Un soggetto forse un tempo attratto dalle belle donne o forse no, ma che adesso  si proietta al mondo omosessuale. Foffo, come hanno riportato alcuni giornali, ha dichiarato che Marco è gay e di sé ha confessato di non esserlo, nonostante che una volta abbiano avuto un rapporto insieme.

Dichiarazioni quest’ultime che vanno a scontrarsi con quelle rilasciate al pm, dove ha ammesso di non essere stati soli nella casa degli orrori quella sera lui e Marco, ma di avere avuto prima di Luca altri due uomini. E quando è stato il momento di Luca il cocktail di alcol e coca ha fatto il suo effetto.

Manuel Foffo, studente fuori corso di Giurisprudenza, un anno e mezzo fa circa si era visto ritirare la patente a seguito di un incidente stradale e la scorsa settimana aveva superato l’ultimo test su alcol e droga all’ospedale Pertini di Roma. Dunque la patente gli era stata riconsegnata. Ha ammesso di fare uso di cocaina da quando aveva 18 anni, ma in maniera sporadica.

Sempre lui afferma di ricordare che il 4 marzo con un sms Prato aveva invitato il povero Luca in quella trappola mortale. Quando è arrivato gli hanno offerto alcol nel quale avevano versato Alcover, un farmaco utilizzato per controllare la sindrome di astinenza da alcol. A quel punto Luca ha iniziato a denudarsi mentre loro due sono rimasti vestiti; ma ad un certo punto l’ospite si è sentito male ed è corso in bagno. È stato lì che è scattato l’agguato.

Racconta sempre Manuel di essersi impossessato di un martello e di due coltelli mentre Marco assaliva il 23enne. Ammette di averlo torturato per diverso tempo e il racconto è stato confermato dai risultati autoptici, che affermano che Luca è stato posto sotto tortura anche dopo essere stato colpito alla testa con il martello.  Ma il colpo di grazia è giunto con una coltellata al cuore, dopodiché quel coltello è rimasto piantato nel suo petto sino al ritrovamento del cadavere.

Dal carcere di Regina Coeli Manuel ha ribadito che è stato Marco Prato ad avere dato il colpo di grazia a Luca Varani piantandogli quel coltello.

Ed era quanto  la Procura aveva inizialmente stabilito sulla morte del ragazzo, ma al vaglio delle perizie è stato accertato, dagli esami medico legali sul corpo del giovane, che la morte sarebbe giunta  a seguito delle sevizie e le ferite subite in precedenza.

I due assassini hanno comunque cercato poi di ripulire la stanza dalle macchie di sangue e hanno gettato nel cassonetto gli indumenti di Luca.

Lo stesso Foffo ammette che il giovane seviziato ha sofferto tantissimo e per molto tempo. E sembra, dall’autopsia, che la vittima non sia stata in grado di gridare aiuto dal momento che i due aguzzini gli avevano reciso le corde vocali dopo averlo stordito con la martellata. Una previdente decisione per evitare di essere scoperti durante il linciaggio.

Alla luce di ciò, ci sarebbe da analizzare quanto allora l’intelletto dei due assassini fosse soggiogato dalla dall’uso prolungato della cocaina e dell’alcol al momento del delitto, come avrebbe detto Manuel.

Durante le sue confessioni, lo stesso, si spinge a rivelare che già in passato avrebbe avuto l’impulso di fare del male ad altri.

Neppure lui si spiega la cosa, ma in passato tra lui e lui era maturato quel desiderio. E se anche, dice sempre lui, era una cosa che riguardava il passato, l’idea di fare del male a qualcuno continuava a perseverargli dentro nonostante pensasse che mai si sarebbe concretizzata.

La scelta fatta da Foffo di costituirsi ai carabinieri  è giunta dopo aver svelato il delitto al padre. «[…] Abbiamo fatto una cosa peggiore che assumere cocaina: abbiamo ucciso una persona». È quanto avrebbe raccontato il padre alla trasmissione Porta a Porta di Rai1 sulle rivelazioni che gli avrebbe fatto il figlio. E poi avrebbe aggiunto: «Manuel è sempre stato un ragazzo modello, contro la violenza. Un ragazzo molto buono».

Il padre della vittima, disperato per la morte del figlio e allo stesso tempo irritato, risponde a certe affermazioni e a tutte le voci diffamatorie che sono state costruite attorno al figlio: «Hanno detto che Fuffo è un ragazzo modello? Andrà a finire che in questa storia l’unico delinquente sarà mio figlio».

Le dichiarazioni di Valter Foffo sono un po’ quelle che aveva detto anche Flavia Vento di Marco Prato, ma siccome le notizie non fanno che rincorrersi l’un con l’altra, ecco saltare fuori un precedente anomalo nei confronti del pr.

Poco tempo fa si era rinchiuso nel suo appartamento con un cocainomane trentenne e dopo averlo drogato ben bene aveva iniziato a riempirlo di calci e pugni. In quella circostanza, a salvare la vita al malcapitato, era stata la madre che non vedendolo rientrare si era rivolta al 112 dopo avere parlato con tutti gli amici di suo figlio tranne che con Prato. Questi non aveva mai risposto alle insistenti chiamate della signora.

Dopo l’intervento delle forze dell’ordine, che hanno trovato i due ragazzi strafatti, è subito scattata la denuncia ai danni di Marco per lesioni personali, che però in seguito è stata  inspiegabilmente ritirata.

Tuttavia adesso gli inquirenti vorranno parlare anche con questo giovane che forse se l’è scampata per un pelo, per saperne di più nei riguardi della vicenda e nei confronti di Prato. Stessa cosa anche con gli altri due che nella casa di Foffo hanno preceduto l’arrivo di Luca.

L’aggressività di Marco che si sfocia in violenza vera e propria ai danni di amici o conoscenti, può essere uno sfogo al suo delirio interiore. Al rifiuto che ha di sé stesso, ché si trova a “vestire panni che non sono i suoi”.

La condizione di Marco è quella di un uomo che non si sente più a suo agio nel proprio corpo. Di un uomo che vorrebbe operarsi e farsi donna, ma che trova un muro davanti con la famiglia. I rapporti con la madre e con tutti i componenti si sono frantumati.

La madre ha ammesso di fronte ai carabinieri che ha smesso di interrogarsi anche davanti ai lunghi periodi di assenza del figlio, e quando scompare non lo cerca nemmeno più.

Tuttavia Marco vive al suo interno anche la frustrazione di una persona che non riesce ad accettare nemmeno la propensione verso l’omosessualità. Una situazione che una parte di lui non riesce a digerire, e forse è quella parte che dopo il delitto, una volta tornato in sé, l’ha spinto in una stanza d’albergo a ingerire un eccessivo quantitativo di un ansiolitico, frustrato dal rimorso.

E intanto che lo faceva si accingeva a scrivere di getto le sette lettere che sono state ritrovate nella stanza d’albergo e che spiegavano ai suoi cari le motivazioni di quel gesto. Assieme a tutto questo illustrava anche come la sua vita si facesse sempre più difficile dinanzi a quel desiderio di farsi donna, ma ostacolato dall’opposizione della famiglia che lo ha portato al punto di farlo impazzire.

L’intervento dei carabinieri nella stanza d’albergo ha scongiurato la morte del 29enne, che è stato immediatamente condotto all’ospedale Pertini dove gli è stata fatta la lavanda gastrica.

Adesso anche Prato si trova nel carcere di Regina Coeli, ed è in questo modo che è nato lo scambio di accuse fra i due arrestati.


  1. Immagine fonte Google