UN DRAMMA ASSAI FREQUENTE, I MALTRATTAMENTI SUI MINORI. CHE INFERNO E QUANTE REALTÀ

di Roberto Fiordi

Sono troppe le realtà che inquadrano minori nelle vesti di vittime di violenze da parte di adulti scellerati. Di violenze che accadono sia al di fuori delle mura domestiche che all’interno, e quest’ultime troppo spesso restano arginate nei confini domestici. Le poche notizie che riescono a varcare quei confini parlano solo di violenza fisica – che non è cosa da poco, ovviamente –  ma perché è più evidente, fa più notizia, è più coinvolgente essendo diretta, ma non è detto che sia più grave di quella psicologica che silente si ferma solo dentro l’animo del bambino.

 

E sono proprio i maltrattamenti psicologici le forme più frequenti di violenza sui minori, che accadono soprattutto all’interno delle famiglie, e nonostante la loro incidenza vengono continuamente sottovalutati, basti pensare che nella legislazione sulla violenza ai minori, tale sopruso non viene menzionato  e nello scenario collettivo si trova a essere eclissato dal clamore che fino adesso hanno fatto le vicende di abuso sessuale e violenza fisica.

Troppo spesso ci troviamo, infatti, di fronte a raccapriccianti scene, mandate in onda dalla TV, di maltrattamenti su innocenti creature per mano di adulti. Di adulti che selvaggiamente si avventano sui bambini con dure aggressioni e percosse. Persone prive di autocontrollo e talvolta di parentela, ai quali spettava loro il compito di aiutare questi piccoli nella crescita.

È il caso appunto degli educatori all’interno degli asili, che la televisione ci ha permesso di vedere. Una serie di situazioni scoppiate negli ultimi tempi e venute subito alla ribalta della cronaca portando al suo seguito l’indignazione popolare; ma chissà da quanto tempo è che accadono fenomeni di questo tipo tenuti taciuti. Forse da sempre. E forse anche all’interno di ambiti religiosi.

Tutto questo entra a fare parte della cattiveria umana, approfittare di chi non è in grado di difendersi. La punizione nei confronti del bimbo disubbidiente entra a fare parte del percorso educativo e pertanto ci vuole, ma ogni cosa deve essere fatta dentro razionali limiti.

Le violenze fisiche sui minori, però, accadono troppo spesso anche all’interno delle mura in cui essi vivono e a procurarle sono i genitori stessi, parenti, o gli affidatari del piccolo, oppure il partner di uno dei due genitori; e questi tipi di violenza sul minore sono forse ancora più gravi e più difficili da scoprire.

Tuttavia qualsiasi forma di violenza domestica coinvolge il figlio, che sia in modo diretto o che sia in modo indiretto. Il modo indiretto è quando il piccolo assiste alle insistenti liti fra i genitori, che troppo spesso sfociano anche in violenze fisiche vere e proprie, ed è una forma che viene chiamata “Violenza Assistita“.

Secondo i dati delle ricerche svolte negli Stati Uniti a livello nazionale sul tema della violenza domestica, è stato riscontrato che circa la metà dei mariti violenti con le mogli, lo sono anche con i figli; e il rapporto emerso da tali sondaggi indica che abbiamo a che fare spesso con violenze gravi, ovvero: fratture, ecchimosi, vere e proprie ferite fisiche, bruciature da sigarette o ferro da stiro, per non dire di arrivare alla morte.

E su quest’ultimo tema, però, da un dato riportato su fanpage.it del 18 ottobre 2016, che ha fatto riferimento alle statistiche degli ultimi 40 anni sui casi d’infanticidio, è emerso che il novanta per cento dei casi avviene per mano materna. Per opera di donne disperate, esasperate dalla rabbia, afflitte dalla depressione e spesse volte vinte da un odio cieco nei confronti di un compagno che le ha abbandonate e quindi guidate da un malvagio istinto di vendetta.

Ma, come detto prima, parliamo solo di violenza fisica  per quanto riguarda i minori, e su quella fisica includiamo pure quella sessuale, ma trascuriamo quella psicologica. I maltrattamenti psicologici sono però la forma più frequente di violenza sui bambini. Là dove c’è violenza fisica c’è comunque anche quella psicologica, essendo un dramma che può condizionare la persona per il resto della vita, ma non viene considerata.

Come non viene considerata, anche da genitori di buon senso, l’efficacia negativa che può avere ai danni del figlio l’attività di pressione psicologica nei suoi confronti. Talvolta ci sono genitori che incoscientemente assumono comportamenti diretti a controllare i loro figli attraverso la paura, le umiliazioni, le continue e pesanti critiche, senza immaginare lontanamente il danno che su di loro stanno provocando. Non sanno che molto spesso le parole feriscono più delle botte.

Ma è violenza psicologica anche l’incuria verso il piccolo, la trascuratezza nei suoi fabbisogni essenziali, lo è la mancanza d’affetto da parte dei suoi genitori o delle persone a cui è stato affidato. Lo è quando vi è disparità in famiglia con altri fratelli o sorelle. E lo è quando il bambino è oggetto di reiterata violenza verbale, in cui si contano le minacce, gli insulti, le intimidazioni, le segregazioni, le persecuzioni.

Sarebbe opportuno dunque, che nel corso preparto che viene messo a disposizione dall’ospedale per le neo mamme e i neo papà, che venisse introdotta anche la materia psicologia, la quale possa spiegare la gravità che possono assumere certi tipi di atteggiamenti sulla psiche del figlio e quindi provare correggere a monte eventuali sbagli da parte dei genitori. Non potrà servire forse a niente, ma varrebbe la pena provare e valutare nel tempo e se qualcosa potrà cambiare.