IL SUCCESSO DELLE FORZE DELL’ORDINE SULLA LOTTA ALLA DROGA, SCREDITATO DALLA GIURISPRUDENZA ITALIANA O DA CHI LA DEVE APPLICARE

Prato, un caso davvero esemplare quello accaduto ieri nel comune di Montemurlo, dove un marocchino pluripregiudicato è stato fermato dai carabinieri di zona mentre stava spacciando droga e il giorno successivo il giudice lo rimette in libertà.

L’assurdo episodio avvenuto ieri, 12 agosto 2016, intorno alle 17.00 in via Verzoni a Montemurlo ha dell’incredibile, ma è ancora più incredibile quanto accaduto dopo.

Un marocchino 40enne, già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati allo spaccio di droga e sottoposto alla misura dell’obbligo di firma, è stato fermato per accertamenti da agenti in borghese dell’Arma dei Carabinieri di Montemurlo. Intanto che gli agenti erano in procinto d’identificarlo, il marocchino ha ricevuto una chiamata al cellulare. La conversazione è stata tutta quanta in arabo. Non è passato molto tempo che è sopraggiunto un furgone, che ha attivato il clacson. Il 40enne, come nulla fosse, si è distanziato dai carabinieri, ancora in fase di riconoscimento, ed è salito sopra il mezzo, dov’erano presenti due uomini. È normale che un gesto simile non abbia soltanto generato stupore ai militari, ma persino innescato sospetti. E quindi, quando il 40enne è sceso dal furgone, è stato immediatamente fermato e perquisito.  

Sono venuti allo scoperto una dose di cocaina e 80 euro in contanti, che corrisponderebbero al valore di 2 dosi. Quelle 2 dosi che sono state rinvenute nel furgone che è stato fermato qualche decina di metri più avanti. Il conducente del mezzo, un uomo di 60 anni residente a Prato, all’alt dei carabinieri ha cercato di disfarsi della droga appena acquistata e in modo perentorio, ma non ha fatto in tempo. Questi è stato segnalato alla Prefettura quale assuntore; mentre il marocchino è stato condotto agli arresti con l’accusa di spaccio. Ma, dulcis in fundo, l’incredibile sta nel fatto che il 40enne marocchino, già pregiudicato per spaccio di stupefacenti, con l’obbligo della firma, viene sorpreso per il medesimo reato e anziché adottare delle misura cautelari più restrittive, quali sbatterlo dentro con l’accusa di essere un trafficante di morte, il giudice, questa mattina, lo ha rimesso nuovamente a piede libero, con il semplice obbligo di recarsi ogni mattina alle 09.00 dai carabinieri a deporre la firma e alle 18.00 in questura per la precedente misura cautelare.

Chi sbaglia di fronte a certe scandalose realtà, il giudice o la giurisprudenza? Non possiamo vedere che a persone per reati minori vangano imposte misure cautelari più pesanti, quali il carcere vero e proprio, mentre al pluripregiudicato, che ha persino la faccia tosta di mettersi a spacciare di fronte alla forza pubblica, semplicemente l’obbligo della firma. E inoltre, questo, come altri pusher ai quali sono state imposte le medesime sanzioni, dalle 09.00 del mattino alle 18.00 della sera cosa andrà a fare? Si metterà a disposizione per i servizi sociali? Farà la carità lungo le strade? Troverà un impiego? Non penso di essere l’unica persona che dubita certe cose.