L’OSSESSIONE PER LE ANORESSICHE LO TRASFORMA IN UN KILLER

È il 14 luglio del 1998 e sulle spiagge di Verbania, avviene un atroce delitto. Marco Mariolini uccide Monica Calò con 22 coltellate. La loro era stata una storia d’amore molto tormentata. Il killer era un soggetto molto strano, questi era attratto da ragazze patologicamente magre, sino al limite dell’anoressia. Un’anormalità psichica che lo aveva colpito fin dall’infanzia, com’egli stesso ha descritto nel suo libro autobiografico “Il Collezionista di anoressiche“, scritto circa un anno prima di compiere l’atroce delitto.

La sua ossessione per la magrezza lo aveva portato ad assumere nei confronti della sua fidanzata Monica atteggiamenti che imponevano alla ragazza di denutrirsi, ai limiti della sopravvivenza. E Monica, affamata ed esasperata dalle violenze del fidanzato e dai suoi soprusi, tenta di ucciderlo ma non ci riesce.  Cerca allora di rompere qualsiasi relazione con Mariolini, ma questi, come già aveva preannunciato nel suo libro, reso folle dal rifiuto la uccide.

Le autorità iniziano a puntare gli occhi su quella coppia nel momento in cui entrano nell’appartamento dove scoprono nella penombra un corpo che giace fra le lenzuola sporche di sangue. Dalla stanza del bagno provengono lamenti, e quando vi entrano scoprono Monica, pelle ed ossa, che trema accucciata per terra.

Piangendo, la ragazza racconta ai carabinieri che Marco le aveva intimato di dormire per terra e che da quella assurda richiesta è scoppiato il finimondo. Ma per i militari dietro a questo feroce comportamento di Monica ci stava ben altro. Solo da come lei si presenta è chiaro che sia una ragazza sofferente, denutrita, ridotta così a pelle ed ossa, al punto che il suo peso non supera i 40 chilogrammi. 

Vengono così entrambi condotti in ospedale. È scontato che Monica quando si riprenderà dovrà rispondere del suo reato. Tuttavia anche Mariolini si riprende e con la testa fasciata chiede di poter uscire dall’ospedale, per rilasciare ai carabinieri una dichiarazione spontanea, accollandosi totalmente la responsabilità sul gesto di Monica. Ma nonostante questo Monica viene condannata a un anno di arresti domiciliari presso la nonna a Domodossola. 

La lite pare sia scaturita durante una cena in un ristorante la notte del 3 giugno del 1996, dove Marco, amante delle ragazze ossute, abbia pesantemente rimproverato e menato Monica per aver mangiato un piatto di gnocchi al posto del solito tè e lei non ce l’ha fatta più.    

Ma chi sono Monica e Marco? Monica Calò è una studentessa, 25enne, di logopedia a Padova, e Marco Mariolini, 35 anni, un antiquario di Brescia che racconta della sua ossessione per le ragazze magrissime. Un incubo che per lui arrivò a tramutarsi in sofferenza vera e propria, non riuscendo a trovare ragazze magre come avrebbe voluto.

Anche Lucia, la sua prima ragazza e poi moglie, non fu in grado di soddisfarlo. Egli stesso racconta che era arrivato persino ad usare violenza su di lei, al punto di farla dimagrire ulteriormente. Lucia era arrivata a pesare addirittura 33 chilogrammi. E se pur la cosa poteva gratificare la libido di Marco, non coinvolgeva Lucia, che anzi, andava perdendo sempre più affetto nei suoi confronti.

Lucia rimane incinta e il loro rapporto sessuale si congela. Marco non desidera più Lucia che va assumendo peso. E poi proprio grazie ai due figli la relazione fra i due si rompe. Rimangono separati in casa. Mariolini racconta che prima d’incontrare Monica già da tempo aveva incontrato ragazze magrissime che avevano risposto ai suoi annunci sui giornali. Fra queste, appunto, era capitata proprio Monica Calò, e quell’incontro era stato fatale. I 2 si erano fin da subito trovati ad essere in buona sintonia. Monica era la risposta alle sue ossessioni.

Ma anche i rapporti con Monica, come abbiamo visto, iniziano a vacillare, al punto che la ragazza tenta di uccidere il fidanzato senza riuscirci. La cosa da non credere è che lui, Marco, arrivi a perdonare e discolpare Monica che aveva tentato di toglierlo dal mondo. Monica, però, nonostante ciò, non vuole ugualmente  avere più nulla a che fare con lui. Ed è probabile che il perdono da parte dell’uomo sia stato guidato dall’ossessione che lui aveva anche per il sesso; una debolezza alla quale non avrebbe saputo resistere e l’allontanamento da Monica sarebbe diventato per lui soffocante.

La patologia di Marco lo costringe addirittura a smettere di lavorare ritrovandosi così pieno di debiti. Monica si offre di aiutarlo e gli presta 76 milioni di lire. Per farlo è costretta a vendere 2 suoi appartamenti. Ma lei vuole lasciare Mariolini, ma lui la minaccia e la picchia. Da quel giorno inizia la convivenza forzata. Monica pare non mostrare risentimenti nei confronti di lui e per i primi 3 mesi la relazione pare migliorare.

Ma in lui torna alla ribalta la sua ossessione: Monica deve dimagrire. Per costringerla a vomitare Marco la prende anche a pugni nello stomaco. La costringe inoltre a un digiuno quasi totale e, sadico come è, lui le mangia addirittura di fronte. I due vanno addirittura al ristorante, e mentre lui mangia in abbondanza lei è costretta a bere semplicemente del tè amaro. 

E la scena del ristorante accaduta prima che Monica si scagliasse con un martello sul cranio di Mariolini vede la ragazza, succube dell’uomo ma pronta a ribellarsi, approfittare del momento che Marco va in bagno per ordinare un piatto di gnocchi al posto del solito tè. Quando la portata  arriva in tavola lei cerca di ingozzarsi più che può, mentre Mariolini cerca di toglierle il piatto. Disperata, Monica afferra il suo piatto e fugge nella cucina del locale. Marco la raggiunge, le strappa il piatto di mano, la trascina al tavolo e le dà uno schiaffo. 

Giunti dunque a casa l’uomo la costringe a denudarsi e a dormire per terra. Tale è la punizione per quello che lei ha fatto. Monica ha freddo. Trema. Molti pensieri le passano per la testa. Ma tace. Dentro di sé ci sono due spiriti che si combattono. Vince quello che la spinge a strisciare silenziosamente nel buio e ad afferrare un martello. Raggiunge Marco che sta dormendo rilassatamente e lo colpisce molte volte alla testa.

Marco non si muove più. Il cuscino è colmo di chiazze di sangue. Impaurita Monica chiede aiuto ai carabinieri. Marco si assume tutte le responsabilità del gesto. Lui la rivuole. Lei no. Lei lo rifiuta. Cerca di tenerlo distante. Di non vederlo. Ma lui l’assilla con lettere e telefonate. Monica arriva al punto di essere stremata psicologicamente tanto da tagliarsi le vene. Cerca ogni cosa per uscire da questa persecuzione. I medici la salvano.

Ma poi Monica ricade nella trappola del folle. Marco le confessa di avere pensato anche al suicidio e lei, sempre attratta dalle persone complicate e deboli si sente in dovere di aiutarlo. Dunque nell’estate del 1998 Monica accetta di rincontrare Marco, ma con le dovute cautele: non vuole salire nella sua automobile. Decidono così di passeggiare in spiaggia. Mariolini prende gli asciugamani dalla sua macchina, ma in mezzo ad essi nasconde un coltello.

Ad un tratto le mostra il coltello e le impone di seguirlo. Monica si mostra calma e lo asseconda, ma a un tratto inizia ad urlare chiedendo aiuto. Lui tenta di placarle la bocca, ma lei si dimena tentando di fuggire e continuando a urlare. Nel giro di poco tempo, però, 22 coltellate lasciano la ragazza esanime sulla spiaggia. 

A quel punto il killer tenta la fuga a nuoto, ma viene preso e il tribunale lo condanna a 30 anni di carcere. 

Marco Mariolini si considera colpevole materialmente di tutto ciò che ha commesso, ma moralmente e spiritualmente dice di essere innocente. Ritiene di non essere un carnefice, bensì la vittima della sua condizione allo stesso modo di come lo è stata la sua vittima.