A Montemurlo l’arteterapia arriva in classe per fare inclusione

Nata con una sperimentazione, voluta dal Comune, durante la pandemia, ora l’esperienza è stata portata in classe all’istituto comprensivo “Margherita Hack” per aiutare gli alunni con difficoltà ad esprimersi e ad integrarsi meglio

A Montemurlo l’arteterapia aiuta a fare inclusione. In alcune classi delle scuole primarie dell’istituto comprensivo “Margherita Hack” si è appena concluso un laboratorio di “arteterapia”, coordinato dall’arteterapeuta Margherita Tagliati e supervisionato dall’associazione Progress di Firenze, presente da oltre quindici anni nel campo delle artiterapie come promozione di inclusione sociale. L’ Arteterapia arriva a Montemurlo nel 2021 durante il periodo della pandemia come sportello gratuito di ascolto per bambini, ragazzi e giovani, su iniziativa del Comune e di Progress, uno spazio espressivo di ascolto e vicinanza che utilizzava la creatività come metodologia di cura.

«Siamo felici che questa esperienza, nata durante i mesi difficili della pandemia, sia stata replicata a scuola- commenta l’assessore alle politiche sociali, Alberto Fanti, che ha creduto nel progetto sul territorio – Abbiamo visto come l’arte possa essere un valido antidoto contro l’isolamento e la paura. Con l’ arteterapia è stato possibile attivare il processo creativo, usando il linguaggio grafico, pittorico e la sperimentazione dei vari materiali artistici, per tirare fuori ansie e difficoltà e per sentirsi meno soli ma più connessi con il proprio io».

Lo stesso approccio è stato dunque riproposto a scuola per promuovere l’inclusione degli alunni con certificazioni o fragilità. Il laboratorio di arte terapia ha rappresentato un viaggio-gioco avventuroso, dove ogni volta è stato sperimentato un materiale artistico diverso ed una nuova tecnica creativa, un cammino dove i protagonisti erano proprio gli alunni con le loro creazioni, in un dialogo fatto di segni, colori ed espressioni. Un percorso artistico in un contesto accogliente e non giudicante nel quale gli alunni si sono sentiti liberi di esprimersi, dove è stata valorizzata l’esperienza concreta, la dimensione creativa, espressiva e comunicativa orientandosi al processo piuttosto che al prodotto finale.

La sperimentazione di tecniche e di materiali artistici ha stimolato ed attivato il processo creativo e ha dato la possibilità ai bambini di mettersi in contatto con le parti più profonde del loro io e dar loro vita e voce, un’esperienza intensa dove, attraverso il fare, hanno portato loro stessi con le loro fragilità e le loro risorse. Gli alunni più fragili hanno avuto un canale nuovo e spontaneo per comunicare e per essere visti, in molti di loro si leggeva la soddisfazione di sentirsi apprezzati dall’intera classe.