Anna e Stefano, Montemurlo ha due nuovi Cavalieri al merito della Repubblica italiana.

La consegna ufficiale dell’onorificenza si è svolta giovedì scorso in Prefettura a Prato nell’ambito della Festa della Repubblica. Oggi il sindaco Simone Calamai ha incontrato la dottoressa Anna Puliti, medico di famiglia e Stefano Grossi, ispettore della polizia municipale e coordinatore della protezione civile, entrambi si sono distinti con il loro lavoro durante l’emergenza Covid

Non si sono mai tirati indietro neppure durante i momenti più difficili e preoccupanti della pandemia da Sars -Cov2 e con il loro lavoro hanno aiutato i cittadini ad affrontare il periodo emergenziale. Con queste motivazioni lo scorso 2 giugno, Festa della Repubblica, in Prefettura a Prato Stefano Grossi, ispettore della polizia municipale e Anna Puliti, medico di famiglia, hanno ricevuto l’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica. Un riconoscimento alle persone ma che Stefano e Anna hanno subito voluto condividere con tutti coloro che, proprio come loro, durante la pandemia hanno anteposto l’interesse collettivo a quello personale: «Il Covid ci ha fatto capire l’importanza di essere uniti come persone, come Paese, dialogare con le istituzioni e con il sistema sanitario, essere responsabili verso se stessi e verso gli altri. Solo in questo modo è stato possibile affrontare l’emergenza», dicono Stefano Grossi e Anna Puliti. Il sindaco Simone Calamai, che il 10 settembre del 2020 aveva conferito degli encomi a tutti coloro che si erano impegnati nelle fasi più difficili della pandemia, ha accolto con grande soddisfazione la notizia dell’attribuzione del cavalierato a Stefano Grossi e Anna Puliti:«Un riconoscimento che va a due persone che hanno dato tanto a Montemurlo durante la pandemia e che hanno consentito, pur nei ruoli diversi, di essere un sostegno e un punto di riferimento per i cittadini. L’onorificenza è un riconoscimento ad Anna e Stefano ma anche alla comunità, ai medici, agli operatori sanitari, ai volontari del sistema comunale di protezione civile, alle forze dell’ordine e alle istituzioni, una rete che ha consentito di dare una risposta immediata alle esigenze dei cittadini in una fase emergenziale».

Anna Puliti, 70 anni, compiuti a marzo scorso, è stata per quasi quarant’anni il medico di famiglia di tantissimi montemurlesi. Un medico che ha sempre amato il proprio lavoro e che, proprio per non essersi mai fermata ma aver continuato sempre a visitare i propri pazienti, ha quasi rischiato di morire dopo aver contratto il Covid. «Ricordo bene che fin dall’ottobre del 2019 con i miei colleghi medici di famiglia ci chiedevamo il perché dell’aumento di casi di malattie respiratorie,con febbre e tosse, che richiedevano molto spesso il ricovero. Poi a marzo è arrivato ufficialmente anche in Italia il Covid ed io mi sono ammalata. Il 23 marzo, il giorno prima del mio compleanno, le mie condizioni sono peggiorate e mi hanno ricoverata in terapia intensiva all’ospedale di Prato. Ricordo solo di aver rifiutato la barella per salire in ambulanza. Poi più nulla, solo un lunghissimo sogno», dal quale Anna Puliti si risveglierà dopo molto tempo, dopo aver combattuto tra la vita e la morte. Rientrerà a casa solo a giugno, dopo tre mesi d’ospedale e un forte senso di gratitudine per i colleghi che le hanno salvato la vita. Fiorentina di nascita, Anna Puliti arrivò a Oste nei primi anni OttantaAveva un piccolo studio sulla via Oste e pochi pazienti, che sono cresciuti nel giro di poco tempo, prima negli ambulatori della Misericordia di Oste poi anche in quelli della Misericordia di Montemurlo. Probabilmente Anna Puliti è stata la prima donna medico di famiglia del territorio e proprio questo suo essere donna le ha consentito di entrare nell’intimo di tante famiglie, con le quali ha stabilito molto spesso sinceri rapporti di amicizia. Una donna che si è conquistata la stima di tanti montemurlesi e che non si è mai risparmiata sul lavoro stando sempre – come lei stessa ricorda – «sul chi va la’, perché quando seguivo i miei pazienti non potevo distrarmi. Ora che sono in pensione e mi guardo indietro posso dire che ho amato tanto il mio lavoro e le persone di Oste e Montemurlo mi hanno dato tanto affetto. Sono loro molto grata».

Stefano Grossi, montemurlese, 60 anni e 38 anni di servizio al Comune di Montemurlo come ispettore della polizia municipale, è anche il coordinatore della protezione civile. Fin dall’inizio dell’emergenza ha dimostrando uno straordinario attaccamento al lavoro, rendendosi disponibile ben oltre le proprie competenze e gli orari di lavoro per garantire servizi di assistenza domiciliare e supporto ai cittadini malati di Covid, ai loro familiari e alla collettività montemurlese. «Tra i momenti più duri vissuti nella primavera del 2020 c’è la scomparsa di Angelo Grazzini, mio compagno di scuola da ragazzo e primo morto montemurlese per il Covid. In quel momento ho capito davvero che il Covid era arrivato anche a Montemurlo e che tutti noi eravamo in prima linea in questo dramma e dovevamo dare risposte immediate ai nostri concittadini» racconta Stefano Grossi, che ricorda le nottate passate a interpretare i decreti del presidente Conte con le restrizioni per affrontare la pandemia e dare indicazioni ai cittadini, che affrontavano momenti di smarrimento:« I montemurlesi anche nei momenti più duri e difficili hanno dimostrato un grandissimo senso di responsabilità e sono rimasti uniti pur nelle difficoltà. Non potrò dimenticare quei momenti», conclude Grossi.