Appuntamento a sabato I aprile presso il “Dolce Stil Nuovo” di Poggio a Caiano con “Willy! Figlio d’un cane!”.

Scrivere è un po’ fare fotografie dell’anima. Di ciò e di chi si scrive, e della propria. La

puoi così rivedere nel tempo e distinguerne i momenti in cui le sue pieghe erano più raggrinzite

per scorrere poi fino a dove qualcuna risplende di nostalgia e di speranza e ti rendi conto allora,

che ci sono storie che non finiscono mai, che tu non finisci mai, che la limitatezza è solo della

materia, mentre dentro ti scopri infinito e ti fondi con l’infinito parola dopo parola. Mi dà una

soave dolcezza sentire di appartenervi, con questo libro, di essere ciò che nessuna ricchezza,

o possessione terrena può comparare.

Sarà sabato 1 aprile alle 17:00 presso Dolce Stil Novo a Poggio a Caiano in via Vittorio Emanuele II, 43 la presentazione del libro “Willy! Figlio d’un cane!” di Giuseppe Caselle, che è stato simbolo della ripartenza culturale dei nostri territori. Il volume è stato il primo, infatti, edito dalla Attucci editore di Carmignano dopo il lockdown.
Il libro di Caselle è il racconto di un incontro, con un essere speciale, un cane appunto.
In questa storia i cani portano le persone che li amano a scoprire cose, dentro di sé, che non sapevano. Educano il loro sguardo a essere più attento verso il profilo della vita.
Domina nella storia il sentimento dell’amore. Che genera gioia, sorpresa, stupore. Ma amore che porta anche una dura condanna per chi è crudele, per malvagità o per insensibilità. E amore che genera dolore, più volte, fino a quello più alto.
Ci sono situazioni che, se non vissute, non possono essere comprese appieno dalle parole di altri. E l’intesa, la complicità, l’amore fra cani e uomini rientra in queste. Ma l’autore ci fa capire molto della realtà di azioni, sensazioni, sentimenti da lui vissuta. E, anche se Willy è narrato in ampia parte dal dentro dell’animo di Giuseppe Caselle, è protagonista ben rappresentato di questa storia.
Giuseppe Caselle, pur esteta nella sua ormai lunga nel tempo dimensione artistica di scultore, che certo qui non rinnega, ha subordinato tutto al racconto e alla descrizione di ciò che gli premeva. È un libro principalmente morale: l’itinerario della memoria è un tornare incontro a chi, carissimo, è stato portato via dalla morte.
E, come il Cirano di Guccini, Caselle pensa che deve esistere un luogo di “giustizia”. E lì si rincontreranno.