Coronavirus, a Montemurlo nei primi giorni di dicembre sono morte tre persone

Si tratta di Alessio (Ezio) Galeotti, 87 anni morto il 1 dicembre, Piero Righi, 91 anni, morto il 2 dicembre e  Fernando Caruso, 86 anni, scomparso il 3 dicembre

Sul fronte del Coronavirus dicembre inizia male a Montemurlo, dove si registrano tre decessi. Come ormai è consuetudine ad annunciarne la scomparsa è stato il sindaco Simone Calamai che ha diffuso anche un ricordo sui social del Comune. Il primo ad andarsene lo scorso 1 dicembre all’ospedale Santo Stefano di Prato è stato Alessio Galeotti, 87 anni, conosciuto da tutti come Ezio. Ezio viveva a Bagnolo ed era conosciuto e ben voluto da tutti. Frequentava il Circolo Arci “Gino Gelli” di Bagnolo, di cui era stato anche consigliere. Ezio era nato a Prato ma da dopo il matrimonio con la sua Maria Grazia si era trasferito a Bagnolo. Il prossimo anno Ezio e Maria Grazia avrebbero festeggiato 64 anni di matrimonio. Ezio aveva sempre lavorato come operaio tessile in filatura e dopo la pensione si era messo a fare lavoretti da elettricista. La moglie Maria Grazia ricorda il marito come ” un uomo buono, bravo, una persona come ce ne sono poche”. Anche il sindaco Calamai ricorda con affetto Ezio, una persona cordiale e disponibile, benvoluta da tutti. ” un grande dispiacere apprendere della sua scomparsa”. Il giorno successivo scorso 2 dicembre all’ospedale Santo Stefano di Prato, dov’era ricoverato per l’aggravamento delle sue condizioni di salute a causa del Covid, è invece morto Piero Righi, 91 anni, residente a Bagnolo nella zona della Pineta. “Piero Righi è  stato un innovatore, un precursore nel suo settore, la fotografia. – lo ricorda il sindaco Simone Calamai- Un artista dell’obbiettivo e una vera istituzione per la città di Prato. Chi non si è mai fermato davanti alla vetrina del suo negozio di via Garibaldi a Prato ad ammirare i suoi  ritratti ma soprattutto le foto dei “suoi” matrimoni? Era il leader dei fotografi e si deve a lui la formazione dei più bravi professionisti della città. Un personaggio che, fino agli ultimi giorni di vita prima di ammalarsi, ha continuato a portare avanti la sua grande passione, la fotografia, scattando foto alla natura, ai paesaggi. Mi stringo con affetto, in segno di cordoglio, alla famiglia Righi e in particolare alla figlia Daniela. E chissà che, una volta finita quest’emergenza, non sia possibile rendere omaggio a Righi anche a Montemurlo attraverso una mostra dei suoi scatti più belli”. Forse ci vorrebbe un romanzo per raccontare la vita di Piero Righi, davvero “un numero 1 nel suo campo”, come ricorda la figlia Daniela che aggiunge con un sorriso: “Le due grandi passioni del babbo erano la fotografia e la Juventus e per la sua squadra diventava anche superstizioso” Non bastano certo poche righe per riassumere la vita di quest’uomo nato a San Gimignano, Siena, dove apprese il mestiere di fotografo dal Fontanelli. ” In quel periodo faceva le foto alle dive degli anni Cinquanta, scatti che conservo ancora. – continua la figlia – Ma allora a San Gimignano si faceva la fame e così  il babbo decise di trasferirsi a Prato. Iniziò a lavorare dal fotografo Badiani, ma poi dovette lasciare a causa di un infortunio occorso alla mia mamma. Cosi, si mise a fare le foto sulla spiaggia a Marina di Pisa. Fu il primo a fare le foto in bianco e nero ed era così bravo nel suo lavoro da rendere belli anche i brutti. Da quell’esperienza lavorativa sulla costa il babbo riuscìì  a fare in piccolo gruzzoletto per aprire il suo primo negozio in via Garibaldi al 101. In vetrina, appoggiata su una cassetta da frutta, coperta con un drappo, una bella foto del mio nonno” E da lì è iniziata l’ascesa di Righi, colui che ha rivoluzionato la fotografia a Prato, che è  riuscito a portare una ventata di novità in ogni suo scatto. Fotografo amatissimo dai pratesi, faceva anche venti matrimoni in un giorno e le coppie che non riusciva a fotografare personalmente  le faceva tornare in studio, magari dopo il viaggio di nozze, facendo loro rindossare gli abiti della cerimonia. Ma Piero Righi, forse tutti non lo sanno, ha realizzato anche reportage di viaggio e si è  spinto, quando ancora era difficile attraversare le frontiere, in paesi come la  Cina, la Birmania, il Nepal e tante altre mete ancora. Una vita davvero da numero 1, vissuta intensamente  fino alla fine.

Infine, ieri 3 dicembre, se n’è andato, sempre all’ospedale di Prato, anche Fernando Caruso, 86 anni, residente a Bagnolo. Il caso ha voluto che Fernando fosse ricoverato al Santo Stefano per l’aggravamento delle sue condizioni di salute proprio insieme all’amico di sempreEzio Galeotti, scomparso anche lui per il Covid il 1 dicembre scorso. E insieme, Fernando ed Ezio, si sono ritrovati alle cappelle del commiato. Fernando Caruso era nato a Chieti in Abruzzo e nel 1961 per cercare lavoro si era trasferito in Toscana, prima a Vernio, poi a Figline di Prato e quindi a Montemurlo. Aveva fatto il muratore e poi il camionista per uno scatolificio. Era sposato e aveva due figli. Fernando frequentava il Circolo Arci Gino Gelli di Bagnolo e aveva la passione per il biliardo. È stato proprio il campione di biliardo Michel Galeotti a ricordarlo ieri con un post su Facebook ” Ciao Fernandino, grazie per tutti i momenti belli passati intorno al panno verde…”. La figlia Paola lo ricorda come ” un uomo semplice e tranquillo, che sapeva farsi amare”. Anche il sindaco Simone Calamai ricorda Fernando Caruso con affetto” Mi stringo in segno di cordoglio alla famiglia di Fernando a nome di tutta la comunità montemurlese. Conoscevo Fernando e lo ricordo con affetto, uomo cordiale e benvoluto da tutti”.