Detenuto sudamericano, protagonista di altre violenze in carcere, ferisce in modo grave un agente e altri tre restano contusi

Un detenuto sudamericano, già in passato reo di episodi di violenza in carcere che gli sono costati vari spostamenti in altri istituti di pena, si è dimostrato un soggetto pericoloso anche per i poliziotti penitenziari. È arrivato ad aggredire e ferire, ieri 2 settembre 2018, 4 agenti penitenziari armato di una lama. Le ragioni dell’aggressione pare siano legate al negato consenso impostogli di prendere parte alla funzione religiosa per disordini insorti con altri detenuti la sera precedente.

Nel carcere di Prato, infatti, la sera di sabato 1 settembre, si erano animati scontri fra gruppi rivali, e la mattina successiva, il nordafricano, quando si è sentito negare il consenso di aderire alla funzione religiosa, ha aggredito con una lametta, e a più riprese, i 4 poliziotti penitenziari, ferendone uno in maniera grave alla gola, mentre gli altri 3 sono rimasti contusi.

Il poliziotto rimasto ferito alla gola risulta grave, ma non sarebbe in pericolo di vita. Attualmente è ricoverato in ospedale. E così il segretario generale dell’Osapp, sindacato autonomo di polizia, Leo Beneduci, commenta la vicenda sottolineando: «Ennesimo episodio in cui i poliziotti penitenziari devono affrontare del tutto a mani nude i soggetti più violenti. Purtroppo, mentre i Poliziotti Penitenziari non possono utilizzare nessun strumento a propria difesa i detenuti hanno spesso a disposizione un vero e proprio arsenale costituito da strumenti quali spranghe, lamette, fornellini, coperchi di scatolette e carrelli».

Sempre Beneduci sottolinea inoltre che sia assurdo concedere ad altre forze di polizia la sperimentazione del tutto legittimata di taser elettrici e spray al peperoncino, mentre gli agenti appartenenti al corpo di polizia penitenziaria debbano restare disarmati all’interno del penitenziario.