Gida investe sul futuro e sulla transizione verde

Leonardo Montaleni 
Stefano De Biase

E’ l’unica azienda in Toscana ad aver vinto 5 assegni di ricerca nell’ambito del progetto ‘Giovanisì’

Gida investe fortemente sul futuro e sulla ricerca. Ed è l’unica azienda in Toscana ad aver vinto 5 assegni di ricerca sul tema della transizione verde. L’Università di Firenze, nell’ambito del progetto “Giovanisì” della Regione Toscana, ha attivato con le risorse del Fondo Sociale Europeo per lo Sviluppo e la Coesione, circa 70 nuovi assegni di ricerca, di durata biennale. L’azienda di depurazione delle acque civili ed industriali di Prato, compartecipando con 12mila euro al finanziamento di ciascuno dei 5 assegni per i ricercatori (per un totale di 60mila euro), a partire dal 1° aprile avrà dunque in azienda nuove giovani figure impegnate in vari ambiti.

“Gida è sempre stata attenta alle sfide del futuro. Il successo ricevuto con i progetti presentati è sintomo della bontà del lavoro che quotidianamente portiamo avanti da decenni su queste tematiche che riguardano la ‘rivoluzione green’ – spiega Alessandro Brogi, presidente di Gida – Siamo contenti di mettere a disposizione le nostre conoscenze e le competenze del personale di Gida per progetti di ricerca atti a creare le figure di riferimento che dovranno, nei prossimi anni, gestire la transizione ecologica in ambito di depurazione e recupero delle acque e utilizzo dell’acqua riciclata per usi civili e industriali a beneficio della collettività”.

Vediamo nel dettaglio i vari progetti di cui si occuperanno le nuove figure sotto la guida del personale di Gida

  • RIIRRIGA

Il ricercatore si occuperà di ‘Riuso circolare di acque reflue trattate a fini irrigui: aspetti legislativi e merceologici’. L’obiettivo, nell’ambito di ‘Prato Circular City’ , è quello di effettuare una analisi per capire come applicare il regolamento Ue rispettando le prescrizioni minime per il riutilizzo delle acque, individuando le esigenze degli agricoltori pratesi e dei florivaisti pistoiesi per potenziali utilizzi nelle coltivazioni.

 

  • SMARTODO

La ricerca si inserirà in uno studio il cui principale obiettivo è quello di mettere a punto una metodologia che consenta di caratterizzare le emissioni odorigene attraverso la creazione di profili analitici caratteristici al fine di individuare la sorgente della molestia al recettore anche in compresenza di altre sorgenti potenzialmente responsabili della molestia. La metodologia consentirà inoltre di monitorare continuamente ed in tempo reale la molestia olfattiva tramite precedente studio integrato tra attività di campo ed attività di laboratorio.

  • GIDA PER LA TRANSIZIONE VERDE

La ricerca sarà svolta in collaborazione con il Dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze e si focalizzerà sul riutilizzo di fanghi biologici provenienti dal trattamento di acque di scarico degli impianti gestiti da Gida. I fanghi saranno convertiti in carboni che saranno impiegati per la depurazione delle acque reflue che originano i fanghi, mettendo quindi in atto un processo completamente circolare. 

  • ADESFUR

Il progetto, che coinvolge come capofila scientifico Cnr-Ibe, svilupperà metodologie innovative di monitoraggio degli ecosistemi urbani e del loro bilancio idrico e di carbonio, e strategie di impiego della risorsa idrica secondaria associate agli interventi di forestazione urbana in corso e pianificati nei prossimi anni all’interno del programma ‘Prato Forest City’. Tali aspetti saranno investigati nell’ambito della strategia europea legata alle 100 Cimate Neutral Cities, di cui Prato fa parte, grazie anche al sostegno del Comune di Prato, che metterà a disposizione gli studi territoriali e la strumentazione urbanistica.

  • ECODEPUR

Il progetto si propone di studiare soluzioni innovative mirate a ottimizzare alcuni processi depurativi e di riciclo delle acque reflue all’interno degli impianti di depurazione di Gida, il tutto in un’ottica sostenibile di economia circolare e di salvaguardia della risorsa idrica. Saranno quindi perseguiti tre obiettivi principali: Ottimizzare l’efficienza depurativa degli impianti di fitodepurazione mediante l’utilizzo di un biostimolante naturale; sperimentare il trattamento dei fanghi di depurazione attraverso fitorimedio mirato alla fitoestrazione di metalli preziosi, come l’antimonio; testare il riutilizzo dell’acqua depurata per la coltivazione idroponica di piante ad uso alimentare e non.