LA “CASA ROSSA”, LA SINISTRA DIMORA DEL CONTE FELICE DE VECCHI

di Roberto Fiordi

Si tratta di un’ottocentesca dimora estiva appartenuta al conte Felice De Vecchi e abitata da turbolenti spiriti. Particolari siti la classificano fra le case più infestate al mondo. Tante leggende si aggirano intorno a questa casa, ma anche storie fatte di satanismo e di sangue.

All’interno della Villa De Vecchi, denominata la “Casa Rossa” per l’originario colore della sua facciata costruita in arenaria rossa, come rossi erano anche i pavimenti alla veneziana, nonostante si trovasse nella condizione di totale abbandono, dove piante rampicanti fanno da colore ai muri esterni, sono stati uditi suoni di pianoforte e apparizioni di luci misteriose, per non dire di persone che hanno parlato di una fontana nel parco che sgorgava sangue.

Nell’atrio della villa ci sono davvero i resti di un vecchio pianoforte a coda completamente distrutto da vandali che si sono avventurati dentro, che però in particolari notti – si racconta – che questo strumento abbia suonato e che il rumore della sua musica abbia  echeggiato fra i boschi circostanti.

Villa De Vecchi è oggi in stato fatiscente e si trova in Valsassina, a Bindo, frazione del comune di Cortenova in provincia di Lecco. Fu costruita fra il 1854 e il 1857 come residenza estiva del conte De Vecchi, dietro il progetto dell’architetto Alessandro Sidoli su commissione del conte stesso.

Parliamo di una  fiabesca casa in mezzo al bosco per la sua realizzazione architettonica, che fu influenzata notevolmente dalla passione per l’Oriente da parte del conte. Questi aveva maturato un’affascinante esperienza durante un viaggio durato 2 anni fra Persia e Turchia, India ed Egitto. Aveva maturato un intreccio fra culture di popolazioni e di mondi diversi.

La storia che si racconta intorno a questa tanto bella quanto maestosa e spettrale dimora, dice che il conte Felice De Vecchi, di ritorno a casa, trovò la moglie morta, con il volto tremendamente deturpato e la figlia scomparsa. Così, preso dalla disperazione, vagò per intere settimane fra i boschi in cerca della figlia, ma poi non resse più e affranto dal dolore si suicidò.

Ma chi poteva essere stato a uccidere la moglie del conte? E perché? Le cronache dell’epoca, secondo alcune voci, parlano di una maledizione legata a una fanciulla e poteva essere la figlia del conte. La tragedia accadde nel 1862, quando il conte Felice De Vecchi aveva 46 anni. A seguito di ciò ebbe inizio la decadenza della Casa Rossa, che secondo alcune fonti, dopo la morte del conte la dimora passò  in eredità al fratello e ad altri proprietari.

C’è un’altra leggenda che si lega a questa casa, è quella che racconta del custode che un giorno trovò la moglie assassinata e si suicidò per il dolore. Probabilmente niente di vero, ma in questo modo le leggende sui fantasmi in quella casa si fecero sempre più insistenti.

Villa De Vecchi, agli inizi del 1900, subì dei crolli in quanto il conte oltre ai camini per riscaldare la casa, aveva deciso di far passare attraverso i muri dei tubi al cui interno scorreva acqua riscaldata. Tuttavia tale accorgimento provocò il crollo dell’ultimo piano per la fuoriuscita di acqua dalle tubazioni.

La dimora del conte era strutturata su 5 piani. I sotterranei erano adibiti a cantine, cucine e lavanderie. Al piano terra si trovavano le sale da pranzo e le stanze per gli ospiti. Da qui saliamo e raggiungiamo il primo piano, ovvero quello delle stanze padronali, all’interno delle quali sono state avvertite strane presenze, che secondo alcuni si tratterebbero di fantasmi veri e propri. A salire c’era il piano utilizzato per la servitù e infine, l’ultimo piano sarebbe dovuto servire come osservatorio  astronomico, ma non è mai stato completato.

Sono moltissime le storie che circolano intorno a questa villa maledetta, realizzata all’interno di un enorme parco di 130 mila metri quadrati, sui monti ad est del lago di Como. C’è di tutto e di più nell’immaginario collettivo. Nei misteri che avvolgono questa casa stregata pare che vi siano inquietanti fatti di sangue e non solo.

Intorno al 1920 si dice che la villa ospitò per alcune notti il noto occultista Aleister Crowley e che il soprannome di “Casa Rossa” non deriverebbe dal colore della pietra con cui era stata costruita la facciata, ma dal colore del sangue che scorreva durante oscuri riti di magia sessuale praticati da lui e dai suoi adepti, che nella villa avevano dato vita ad una sorta di riti occulti di magia rossa e magia nera.

Nel suggestivo comune, tuttavia, i misteri della villa, in stato di totale abbandono dagli anni ’50, hanno spinto studiosi dell’occulto e fotografi a entrare all’interno e uscire con prove che documentano fatti inspiegabili. Uno di questi è il sopralluogo fatto dagli speleologi del Teses, i quali scattarono alcune foto e da uno scotto di questi ne è uscita l’immagine di una figura nebbiosa.

E a quanto sostengono, non si tratta né di un fotomontaggio e né di fumo come qualcuno potrebbe pensare, ma di un altro elemento che si aggiunge ai misteri della villa.