LA MAFIA ANCHE A PRATO. LE PRIME INDAGINI

Prato – La corruzione  pare essere un fenomeno assai presente nel territorio pratese, e in special modo nella “China Town” pratese; come lo è anche in altre città della Toscana, quali Lucca, Arezzo, Firenze.

«La Toscana non è terra di mafia – disse il giudice Antonino Caponnetto – ma la mafia c’è». E lo dimostra il fatto che corruzione, estorsione e pizzo sono presenti già da diverso tempo nella Regione e stanno fermentando sempre di più.

Il sondaggio dei primi mesi di studio sul fenomeno della criminalità organizzata presente nel territorio toscano, afferma il compiersi di reati che pur non essendo giuridicamente ritenibili di matrice mafiosa, lo sono nella sostanza. Si tratta di reati che, pur essendo riconducibili a gruppi autonomi, sono ugualmente pericolosi dal punto di vista sociale. Pare persino che siano in aumento le attività criminali a sostegno di associazioni di stampo mafioso.

Ieri, 11 dicembre 2017, alla presenza del ministero della Giustizia, Andrea Orlando, e del presidente della Regione, Enrico Rossi, c’è stata la presentazione dei primi mesi di studio di una ricerca realizzata dalla Scuola Normale di Pisa, che conferma che la mafia in Toscana c’è. 

La Toscana è un ottimo territorio per fare affari illeciti e per reinvestire i profitti ottenuti illegalmente. Gli interessi dei clan, infatti, si sviluppano su due fronti, se da una parte c’è tutto l’interesse a fare affari nel luogo, dall’altro c’è quello di reinvestirci il frutto di attività illecite procurato altrove. 

Il fiorente mercato degli affari illeciti che sta colpendo l’intera Regione, è arrivato al punto di penalizzarla concretamente su tutto il settore economico. E i numeri emersi dall’indagine parlano di una netta ascesa di reati verso la pubblica amministrazione. In particolar modo pare riguardare gli appalti pubblici.

La fotografia scattata sulla regione bagnata dal Tirreno, inquadra Livorno come il porto d’ingresso per il traffico in larga scala di stupefacenti. Troviamo inoltre l’enorme traffico irregolare di rifiuti che gira nelle varie province. Lo sfruttamento della prostituzione. Le attività e i lavoratori privi di regolarità. Questi sono altri capitoli che vanno a comporre il libro dell’antica terra dei poeti, il connubio unico tra Arte e Cultura, Storia e Natura, la Toscana. 

Parlare di sfruttamento della prostituzione significa anche parlare di riduzione della donna in schiavitù, un ruolo particolarmente attivo nei gruppi stranieri, oggi addirittura predominanti su quelli italiani.

Ma questi capitoli non si concludono così, perché nella città del tessile, Prato, come pure in altre, l’illegalità si stringe attorno anche al gioco d’azzardo e allo strozzinaggio, riconducibili al clan dei Casalesi