LE PAZZIE DEL FOLLE SERIAL KILLER STATUNITENSE EDWARD GEIN, IL “MACELLAIO DI PLAINFIELD”

di Roberto Fiordi

Non siamo sempre in grado di immaginare fino a che punto possa arrivare la mente umana. E lo siamo ancora meno quando ci troviamo ad avere a che fare con una sorta di pura follia insita nella mente di un sanguinario criminale di nome Edward Theodore Gein, meglio conosciuto comeIl macellaio di Plainfield“. Questo insolito personaggio è stato – senza alcun dubbio – uno dei più crudeli e spietati assassini statunitensiMa la reale particolarità della sua storia si fonda sulla sua stravaganza.   

 

L’argomento che affronteremo in questo articolo può sembrare una storia uscita dalla pellicola di un noto “maestro del brivido come Alfred Hitchcock, ma per quanto possa sembrare strana la cosa è l’esatto contrario. È la realtà che ha ispirato film ben noti come “Psyco” appunto di Alfred Hitchcock, “Non aprite quella porta” regia di Tobe Hooper, “Il silenzio degli innocenti” di Jonathan Demme, “Deranged dei registi Jeff Gillen e Alan Ormsby, e altri ancora.

È la storia, quella vera, di un ragazzo di nome Edward Gein che nasce il 27 agosto del 1906 da un padre alcolizzato e brutalmente violento con la moglie e con i 2 figli, capace di commettere abusi sessuali su di loro; e da una madre di salute mentale insana, ossessionata da un fanatismo religioso incurabile, che la portava a insegnare ai figli di non praticare mai del sesso se non per procreare, ritenendo che le donne fossero un grosso male, chiamandole con l’appellativo, nondimeno, “diaboliche tentatrici”.

Il fanatismo religioso della signora Augusta, madre di Edward e di Henry, costrinse i suoi 2 figli a isolarsi dalla società; ma tale costrizione portò Ed a isolarsi pure dai suoi coetanei e in particolar modo dalla sfera femminile, nutrendo un’idea dissennata sulla sessualità. Quando Edward ebbe raggiunto i 21 anni di età, Augusta costrinse lui e il fratello a promettere che sarebbero rimasti vergini per sempre.

Il giovane Ed crebbe nella fattoria di proprietà dei genitori fuori Plainfield, una minuscola cittadina sperduta del Wisconsin, Stati Uniti, e, tormentato dalle manie materne, nella sua mente si costruì una totale avversione per le pratiche sessuali. All’età di 10 anni arrivò a sperimentare un orgasmo assistendo alla macellazione di un maiale da parte dei genitori.

Quando poi Edward raggiunse la pubertà, la madre si mostrò sempre più inflessibile nei suoi riguardi, al punto d’immergerlo nell’acqua bollente dopo averlo sorpreso a masturbarsi in bagno. Lo fece afferrandolo per i genitali che lei chiamava “la maledizione dell’uomo”.

Il ragazzo aveva un fisico gracilino e atteggiamenti effeminati, e perciò si era ritrovato ad essere spesso bersaglio di derisioni e di prese in giro da parte di ragazzi prepotenti. Ma una delle particolarità di questo ermetico personaggio era quella di portarsi appresso un sospettoso strano sorriso, un sorriso forse sofferente o forse elaboratore, ma che nessuno era in grado di capire. Il suo strano sorriso non aveva correlazione con nessuna vicenda, con nessuna cosa reale, e perciò faceva insospettire i compagni e gli insegnanti che si sentivano oltraggiati.

Superata la 20ina, i suoi atteggiamenti nei confronti di una madre dal carattere austero e forte si fecero ambigui, perché se da un lato nutriva in lei piena ammirazione, dall’altro provava risentimento. Quando però un ictus gliela portò via, il mondo gli crollò addosso, al punto tale che esperti l’hanno ritenuta la causa che gli comportò lo squilibrio mentale vero e proprio.

La perdita del piedistallo su cui poggiava creò un vuoto sotto ai suoi piedi tanto profondo da portare la ragione del ragazzo a perdersi negli orridi labirinti oscuri di una mente farneticante, e farlo diventare un mostro vero e proprio. La morte della madre segnò l’inizio della condotta sanguinaria del serial killer  che sconvolse gli Stati Uniti negli anni ’50 con atroci delitti da lui stesso confessati agli inquirenti.

Il primo omicidio che risulta essere stato commesso da Edward Theodore Gein è quello avvenuto il 17 novembre 1957 ai danni di una commessa di nome Bernice Worden, la quale era misteriosamente scomparsa.

Il killer quella mattina si era recato al negozio di ferramenta dove lavorava la sua vittima per fare l’acquisto di un antigelo, e nel momento che la donna si era voltata per prendere il prodotto, lui l’aveva freddata con colpi partiti da un vecchio fucile da caccia calibro 22. I colpi avevano raggiunto la povera Bernice alla nuca, facendo schizzare le cervella della donna un po’ dappertutto.

Il cadavere era stato poi trascinato sino alla macchina e trasportato alla fattoria dove Edward continuava ad abitare. Tuttavia, nel giro di poco tempo egli ricevette la visita della polizia a casa propria, in quanto il registratore delle vendite del negozio fu il testimone oculare dell’omicidio, riportando il nome dell’ultimo cliente.

Durante la perquisizione, in un capanno di proprietà del giovane fu rinvenuto il corpo senza testa della commessa appeso in giù per le caviglie, con il torso aperto in due da un taglio che partiva dall’apparato genitale e andava a salire, e svuotato al suo interno.

Già tre anni prima che si consumasse questo macabro delitto, nel 1954, ce n’era stato un altro simile all’interno di una taverna, e la malcapitata vittima era una donna di nome Mary Hogan. Il marito della donna, Elmo Ueeck, appena mise piede nel locale si accorse degli schizzi di sangue sparsi dappertutto e che la moglie era scomparsa. Chiamò subito la polizia e lo sceriffo si accorse che non c’erano segni evidenti di lotta e quindi era probabile che Mary fosse stata colta di sorpresa dall’assassino.

Dalla cassa non erano spariti i soldi e dunque non si era trattato di rapina finita male. Le successive indagini giunsero alla conclusione che la donna era stata colpita, trascinata fuori e portata via con la macchina. Poco tempo dopo il marito della vittima si trovò a parlare con Edward dell’accaduto, e gli raccontò tutto, e il killer, con il suo solito sorrisetto, gli rivelò che la donna si trovava da lui, nella sua fattoria, ma Elmo non gli credette. Ma durante le perquisizioni, la testa della povera Mary fu trovata appesa al muro come fosse stato un trofeo di caccia.

Come se non bastasse, di cose atroci da vedere gli inquirenti ne trovarono ancora durante i sopralluoghi nell’abitazione. L’assassino aveva rivestito di pelle umana lampade, sedie e altre mobilie; con calotte umane aveva realizzato ciotole. Con pelle umana aveva fabbricato alcune maschere da viso, e con parti del corpo aveva costruito oggetti.

Ma la cosa forse più abominevole fu la realizzazione di un intero guardaroba formato da parti di pelle umana. Edward confessò di aver dissotterrato dal cimitero una donna che assomigliava a sua madre e utilizzata per la realizzazione delle sue macabre fabbricazioni.

Prima che le notizie sugli atroci delitti commessi dal Macellaio di Plainfield uscissero allo scoperto e diventassero di demanio pubblico, Edward  Theodore Gein era considerato dall’intera cittadina come una brava persona, un po’ eccentrica sì, ma nessuno andava a immaginare chi fosse realmente. E lo stesso indagato, durante l’interrogatorio, lasciò capire che in gioventù aveva commesso altri delitti, confessando di aver ucciso anche una ragazzina risultata scomparsa da decenni.

Tutto questo porta a pensare che Ed Gein avesse sperimentato anche una forma di necrofilia, ottenendo piaceri sessuali con gli apparati genitali mutilati delle sue vittime. Ma lui questo lo ha sempre negato.

Un altro delitto su cui calano i sospetti che possa essere avvenuto per mano sua è la morte del fratello, avvenuta  nel 1944 in circostanze misteriose.

Un ultima curiosità che porta a riflettere è quella che Ed Gein, durante gli interrogatori, ha dichiarato di non essere stato mai capace di uccidere un cervo; ma guarda caso che alle persone e agli amici che ha invito da lui, offriva sempre piatti a base di carne di cervo. Ci sarebbe da domandarsi se casomai non fosse stata carne umana.