“Marcello Martini e la marcia della memoria”, il Comune di Montemurlo dona il fumetto a 200 studenti della scuola media

Ieri in Sala Banti la presentazione della pubblicazione che racconta la storia del più giovane deportato politico italiano, catturato nel giugno 1944 proprio a Montemurlo. La presidente del consiglio comunale, Federica Palanghi: «Una graphic novel attraverso la quale poter raccontare ai giovani la storia di un loro coetaneo e tramandare così la memoria della Resistenza e della deportazione»

Marcello Martini, il più giovane deportato politico italiano, arrestato a Montemurlo nel giugno 1944, a soli 14 anni, ha sempre avuto un rapporto speciale con i ragazzi, ai quali ha raccontato, instancabilmente, fino alla sua morte, avvenuta nell’agosto 2019, la sua discesa nell’inferno del lager. Oggi, a distanza di cinque anni dalla sua scomparsa, la storia di Marcello è diventata un fumettoMarcello Martini, la marcia della memoria” che è stato distribuito a 200 ragazzi delle classi terze della scuola media “Salvemini- La Pira” di Montemurlo. Un progetto nel quale ha creduto con forza il Comune di Montemurlo e la presidente del consiglio comunale Federica Palanghi che, dopo un anno di lavoro, con soddisfazione ha consegnato una copia della pubblicazione agli studenti montemurlesi, che ieri hanno affollato il teatro della Sala Banti. Un racconto per immagini curato da Antonio Colacino, disegni, e Federico Santoro, che ha scritto soggetto e sceneggiatura. All’incontro ha partecipato la figlia di Marcello, Alessandra Martini, che ha condiviso il progetto ed ha ricordato la figura del padre che, nonostante l’esperienza traumatica vissuta non ha mai coltivato sentimenti di odio. «Mio padre, quando si rivolgeva ai giovani e raccontava loro la sua storia, era solito ripetere queste parole: Io voglio cancellare dal vocabolario tre parole:odio, violenza, vendetta”», dice Alessandra Martini che si alterna nel racconto con Gianni Focacci, il figlio del partigiano Guido Focacci, anch’egli deportato in Austria nel sottocampo di Gusen e amico di Martini. «L’amicizia tra mio padre e Marcello Martini è stata granitica ed è durata per tutta la vita. Sono certo che il legame e i pensieri di vicinanza che i due amici ebbero modo di scambiarsi anche durante il periodo di prigionia nel lager, li abbia aiutati a sopravvivere ed ad andare avanti- aggiunge commosso Gianni Fogacci – Marcello mi ha insegnato l’importanza della conoscenza per essere liberi ed era ciò che amava ripetere ai ragazzi»

Marcello Martini dal 2015 è cittadino onorario di Montemurlo, dove, in località Villa Bassa al Mulino, il 9 giugno 1944 fu catturato dai nazifascisti, due giorni dopo l’arresto dell’intero gruppo partigiano di Radio Cora. Fu portato a Firenze a Villa Triste, in via Bolognese dove la milizia fascista interrogava e spesso torturava i prigionieri, poi alle Murate, quindi trasferito al campo di smistamento di Fossoli e il 21 giugno a Mauthausen in Austria e da lì nei sottocampi di WienerNeustadt e Hinterbruhl. Il 1° aprile 1945 dovette affrontare un’estenuante “marcia della morte”, al termine della quale giunse di nuovo a Mauthausen dove fu liberato il 5 maggio 1945.

«Dopo la sua scomparsa, il rischio era che la storia di Marcello fosse dimenticata, come quella di molti altri testimoni della deportazione che, anno dopo anno, ci stanno lasciando. – spiega la presidente del consiglio comunale, Federica Palanghi- Dunque, insieme ad Enrico Iozzelli del Museo della Deportazione di Prato, abbiamo elaborato il progetto di questa “graphicnovel”, una forma narrativa attuale e immediata, attraverso la quale poter raccontare ai giovani la storia di un loro coetaneo e tramandare così la memoria della Resistenza e della deportazione». La storia di Marcello non ha tempo, perché, a distanza di 80 anni, continua ad offrirci spunti di riflessione su tematiche ancora, purtroppo, attuali, come la discriminazione, il razzismo, la violenza e la sopraffazione. «Oggi, dall’Ucraina a Gaza, da Israele allo Yemen, sono tanti i giovani che si trovano a vivere in inferni di odio e violenza come quelli attraversati da Marcello.- conclude il sindaco Simone Calamai L’insegnamento che ci lascia è quello di non restare indifferenti e, nonostante tutto,non odiare ma impegnarsi per costruire un mondo di pace e di democrazia, valori alla base della nostra Costituzione».

Il progetto è stato reso possibile grazie al sostegno di Unicoop Firenze e Regione Toscana