PERSECUZIONI E VIOLENZE SULLE DONNE

di Roberto Fiordi

Oggi, 30 settembre 2017, Susanna Cammusso,  segretaria generale della CGIL, invita tutte le donne a scendere in piazza per manifestare contro la violenza maschile sulle donne. “Riprendiamoci la libertà!“, è lo slogan con il quale la dirigente sindacale invita una mobilitazione nazionale affinché si giunga a un cambiamento radicale di rotta da parte degli uomini, delle istituzioni e delle autorità, nei riguardi dell’universo femminile.

Purtroppo nel nostro Paese durante l’anno sono tantissimi i decessi di donne che rimangono vittime di barbarie da parte di uomini. Contiamo una media che va oltre le 100 donne che in Italia ogni anno perdono la vita per mano di uomini, con i quali, nella maggior parte dei casi, erano legate affettivamente. Si tratta di una vera e propria strage se vogliamo.

Ai femminicidi vanno inoltre ad aggiungersi le violenze fisiche e psicologiche alle quali molto spesso sono sottoposte. Un fenomeno che nella maggior parte dei casi si consuma all’interno delle mura domestiche, con frequenza anche quotidiana o quasi. Violenze che oltre ad andare a nuocere la vittima direttamente vanno a ricadere anche sui membri della famiglia stessa, quali i figli.

Nella maggior parte dei casi, pur essendo una situazione quasi impossibile da quantificare per mancanza di dati, tali figli, oltre che subire le vessazioni del padre sulla madre, dalla medesima persona subiscono violenze dirette pure loro. E tutto quanto resta arginato all’interno della quattro mura di casa per paura di una probabile ritorsione da parte del violento su di loro stessi casomai scoprisse che ne hanno parlato con altri.

Sono impressionanti i dati rilasciati dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) sulle molestie, le persecuzione e le violenze fisiche che il cosiddetto sesso debole (titolo che molto probabilmente fa riferimento alla costituzione fisica) si trova a subire, parla infatti di quasi 7 milioni di donne che nella loro vita hanno subito almeno una forma di prepotenza da parte dell’uomo.

È tuttavia impressionante anche il fenomeno dello stalking rilevato dall’Istat. Esso comunica che almeno il 16% delle donne, nell’età compresa fra i 16 e i 70 anni, hanno subito atti di persecuzione quasi sempre da parte dell’ex partner. Tuttavia i dati Istat informano che c’è almeno il 78% di donne che hanno subito stalking ma che non si sono mai rivolte alle autorità competenti.

Un altro fattore che desta molto sconcerto è quello di femminicidi che vanno a colpire ragazzine non ancora maggiorenni, il cui aguzzino non è altro che un coetaneo o poco più. E la cronaca recente ci porta al caso della povera ragazza di 16 anni, di nome Noemi Durini, vittima del suo fidanzato 17enne.

Tutto ciò dimostra che la società è sbagliata, che la società si è già macchiata di tantissime colpe, dovute forse ai mezzi d’informazione, dovute forse ai film che vengono trasmessi in cui si narra la violenza, o chissà a cos’altro. Tuttavia c’è questo cancro da estirpare quanto prima all’interno del sociale. Un cancro che non guarda in faccia l’età se ci riferissimo anche al caso della povera Nicolina Pacini, una ragazzina di appena 15 anni uccisa di recente dall’ex compagno di sua madre.

La manifestazione di oggi, indetta dalla CGIL, ha lo scopo di far reagire con forza il desiderio della donna di voler uscire anche da quegli argini che l’hanno cinta all’interno di pregiudizi vari e insane oppressione di giudizio sul modo che può avere nel vestire, nell’atteggiarsi o nel divertirsi.

Ma perché si giunga al cambiamento radicale promosso dalla manifestazione di oggi è indispensabile che i veri valori sociali, che devono vigilare anche e soprattutto all’interno del quadro familiare, se non possano essere le famiglie stesse a insegnarli ai propri figli che lo facciano le scuole a partire proprio da quelle primarie. In questo modo nessuno potrebbe dire che lo Stato è così indifferente a certe realtà, da non avere tentato nemmeno d’instaurare delle basi buone.