Festa patronale della Croce, tanta gente alla processione. Il sindaco Calamai:«Un simbolo di pace e speranza nel ricordo di Luana D’Orazio»

Il sindaco Calamai, a due anni dalla morte della giovane operaia, nel giorno della festa della Croce torna a chiedere un lavoro equo e sicuro

Il bel tempo ha accompagnato oggi, 3 maggio, la tradizionale processione della festa della Croce, patrona della comunità montemurlese. La piccola croce astile in lamina d’argento, risalente al XIV, ha lasciato la teca sopra l’altare maggiore della pieve di San Giovanni Decollato alla Rocca dove di solito è custodita, ed è stata portata in processione scortata da due carabinieri della locale Tenenza in alta uniforme e dai custodi della Croce con i tradizionali abiti rossi e bianchi.

Il suono della musica della Filarmonica “Giuseppe Verdi” ha accompagnato lungo tutto il percorso la processione, mentre le celebrazioni religiose sono state guidate da don Luca Carlesi, arciprete della cattedrale di Pistoia, affiancato da don Gianni Gasperini, da don Jarek della parrocchia di Fornacelle e da don Gildas della chiesa di Bagnolo e da don Roland. A seguire il gonfalone del Comune di Montemurlo con il sindaco Simone Calamai, gli assessori della giunta, dalla comandante della polizia municipale Enrica Cappelli e da quello della Tenenza dei Carabinieri, Quintino Preite. Tante le persone che hanno seguito la croce lungo il percorso che dalla piazza della Rocca è scesa in località Morecci ed ha attraversato le strade della vecchia Montemurlo.

«Una festa importante per tutta Montemurlo, una tradizione molto sentita intorno alla quale si riunisce tutta la comunità.- dice il sindaco Simone Calamai– Un simbolo di pace che lega i montemurlesi di fronte a quelle che sono le complessità di questo difficile momento storico e della vita di ciascuno di noi. Una croce che ci fa guardare al futuro con attenzione e speranza, penso agli scenari di guerra nel mondo a partire dall’Ucraina, dal Sudan e non posso dimenticare che oggi ricorrono due anni dalla morte della giovane operaia Luana D’Orazio. Una festa dunque che è ancora una volta l’occasione per chiedere un lavoro sicuro ed equo, per ricordare tutte le morti bianche per impegnarsi, tutti insieme, per migliorare le condizioni di vita e di lavoro»

La Santa Croce di Montemurlo, prima di arrivare alla chiesa del Sacro Cuore, dove rimarrà fino a domenica 7 maggio, ha compiuto il tradizionale lungo percorso attraverso il cuore della vecchia Montemurlo, toccando antichi tabernacoli, come quello di Fornacelle e del “campo santo” sulla via Montalese, luogo del miracoloso ritrovamento. La tradizione vuole infatti che la Croce nel 1326 fosse stata trafugata dalla chiesa della Rocca e rinvenuta da un contadino qualche giorno dopo in un campo vicino al torrente Agna. I ladri, in fuga verso Pistoia, dice la storia, che l’avessero nascosta nel campo, poiché non riuscivano ad attraversare il piccolo torrente che diventava impetuoso ogni volta che i malviventi lo cercavano di guadare. Da quel momento i montemurlesi hanno sempre avuto una profonda devozione per la Croce, ricorrendo a lei e portandola in processione in occasione di calamità naturali, di siccità, di carestie, di epidemie.