LA CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE NON È STATA SUFFICIENTE A CORREGGERE UNO SPACCIATORE CHE TORNA DENTRO. LA GIURISPRUDENZA È SUPERFICIALE!

Prato – Un marocchino di 37 anni era da poco tempo uscito di prigione, quando le forze dell’ordine lo hanno ripescato a svolgere la precedente attività di spaccio.

L’uomo era stato scarcerato lo scorso dicembre e non aveva perso tempo a rimettersi a spacciare droga, fino a quando ieri l’altro, 7 marzo 2018, la polizia del Reparto Prevenzione Criminale non lo ha incrociato in piazza San Domenico, dove lo spacciatore, alla vista degli agenti, ha cercato di salire a bordo di un pullman della Lam per far perdere le proprie tracce. I poliziotti non hanno perso tempo a inseguirlo e fermarlo.

Durante la perquisizione sono stati trovati addosso al marocchino 17 grammi di hashish e 2,2 grammi di cocaina che corrispondono a 4 dosi, tutto nascosto negli slip. 

Il marocchino aveva con sé anche 225 euro in contanti, soldi provenienti dallo spaccio. In casa dello stesso, finito in manette, è stato rinvenuto altro quantitativo di hashish.

L’uomo era già noto alle forze dell’ordine per numerosi precedenti anche in materia di spaccio di stupefacenti, e quando si è trovato in questura si è sentito male ed è caduto a terra sbattendo la testa sul pavimento. È probabile che il malore sia dovuto all’assunzione di droga nelle ore precedenti il suo arresto. È stato così condotto al pronto soccorso dove è stato medicato per la frattura di 2 costole con 20 giorni di prognosi. 

Parlare di superficialità della giurisprudenza vuole dire fare un appello alla stessa sul suo cattivo operato. Gli ufficiali giudiziari, ma persino la giurisprudenza stessa, pensano davvero che, anche l’imputato in oggetto, una volta uscito dal carcere si metta nella retta via? Se così fosse, vorrebbe dire che crederebbero alle favole. Se invece fossero consapevoli che ciò non potrà accadere, o che le possibilità sarebbero più uniche che rare, e non facessero nulla al fine di prevenire questo, allora significherebbe diventare complici dell’imputato… 

Un extracomunitario, con molti precedenti penali, come l’uomo di cui stiamo parlando, con quale criterio i giudici possono pensare che una volta scarcerato possa trovare un lavoro onesto? Chi può essere ad assumerlo? Quale datore di lavoro si assumerebbe il rischio di farlo? E il marocchino 37enne di cui sopra è uno dei tantissimi casi. Dunque sarebbe giunto il momento che la giurisprudenza si ravveda e si assuma le proprie responsabilità.