LA TERAPIA DI COPPIA


d
i Elisa  Chiappinelli

L’idea di lavorare con la coppia come unità di trattamento è relativamente nuova: inizialmente si  pensava ad una coppia come composta da due soli individui, così la diade veniva vista separatamente e individualmente da due diversi terapeuti. Oggi non è più così perché ci si è resi conto che la coppia è composta di tre parti, due individui e una relazione: io, tu, noi. Il noi è il legame emotivo, il noi è il progetto intorno al quale investire.

Le richieste di psicoterapia sono motivate da diverse questioni ma ciò che le accomuna è la difficoltà a comunicare; a volte le discussioni peggiori sono quelle che non hanno mai avuto luogo, se non nella nostra mente. Altre volte si parla tanto senza in realtà dire niente. Un gesto o una frase interpretati male possono dare vita a grandi frustrazioni che, se non condivise col partner, alzano un invisibile muro tra i due.

Se si è arrivati nello studio dello psicoterapeuta, si è già a metà dell’opera, si è ammesso che qualcosa non va e si è trovato il coraggio per mettersi in discussione, provando a cambiare. Certo può accadere che uno dei due spinga altro in terapia con un ricatto del tipo “o vieni o ti lascio”; in questo caso la terapia può essere vista come ultima spiaggia ma sempre meglio che continuare una strada che non porta ormai da nessuna parte. Spesso poi si intraprende un percorso di terapia di coppia con la tacita e reciproca aspettativa di voler cambiare l’altro… perché a cambiare se stessi ci si mette di più!

Durante le prime sedute la coppia racconterà la propria storia, le ragioni che l’hanno spinta a rivolgersi allo specialista e le aspettative di ognuno dei due rispetto la terapia. Quando una coppia entra nello studio di un terapeuta si ha l'impressione di assistere ad una scena teatrale con un ritmo ed un contenuto che evidentemente si è cristallizzato nel tempo. Le coppie e le famiglie arrivano con un dramma in corso, con una storia che si sta svolgendo in modo ripetitivo e stereotipato. La coppia porta al terapeuta la relazione reale, i membri sono costretti dalla reciproca presenza a mettere in atto le loro interazioni consuete. Compito delicato è tentare di cambiare queste modalità comunicative ridondanti, ma come?

Il terapeuta, sostengono Maria Grazia Cancrini e Lieta Harrison, ha un compito delicato perché deve riuscire a cogliere gli aspetti della coppia che ha di fronte e raccontare loro una storia nuova e appassionante che li vede protagonisti, nessuno si sofferma su una storia rappresentata male, non credibile nello sviluppo dei fatti e delle emozioni, la coppia in terapia ha proprio bisogno di nuove idee e prospettive da cui rileggere con più passione la propria storia personale.

La forza della terapia di coppia può risiedere proprio nella sua possibilità di accedere alle modalità in cui, un tempo, si sono intrecciate due personalità separate. Obiettivo è utilizzare le risorse che fino a quel momento erano rimaste inespresse, trovando nuove e funzionali modalità di ascolto reciproco e di espressione dei bisogni personali.

In una coppia, nei singoli, nella storia, nei ricordi, c’è sempre una infinità di particolari belli e vitali; sta al terapeuta riproporli come reale scoperta, in questo modo la nuova descrizione si autoafferma come vera ed il proprio comportamento e quello dell’altro cambiano di significato.

Ruolo del terapeuta non è certo quello di rimettere insieme due persone; il vissero per sempre felici e contenti si discosta purtroppo dalla realtà e l’unica cosa che la terapia di coppia garantisce è un “ending”, e il fatto che sia felice non è per niente scontato.

L’addio definitivo non è considerato un fallimento soprattutto se è l’unica via per ritrovare il benessere perso. In questo caso, il terapeuta aiuterà i due a gestire gli aspetti pratici e psicologici che la separazione comporta.

Murray Bowen, pioniere della terapia familiare e fondatore della terapia sistemica affermava: «Anche se si esce di casa sbattendo la porta o saltando dalla finestra, bisogna sempre tornare indietro a prendere le proprie valigie!»

Dott.ssa Elisa Chiappinelli –

psicologa e psicoterapeuta