UN’AUTO SFONDA IL MUNICIPIO DI PONTEDERA

di Roberto Fiordi

La giornalista Sabrina Chiellini scrive su Il Tirreno edizione di Pontedera: “Sfonda con l’auto l’ingresso del Comune […]                                                                                                                                                                                […] un gesto che al momento resta senza una motivazione[…]“.

Di fronte alla lettura di queste righe, su uno dei più titolati quotidiani toscani, mi è venuto di domandarmi in quale paese la giornalista che ha scritto l’articolo abbia vissuto finora…

[…] un gesto che al momento resta senza una motivazione, che nasce da un disagio personale […], scrive sempre la giornalista senza forse essersi resa conto in tutto questo tempo che il folle gesto dell’uomo di Pontedera non è altro che il risultato di una politica fin troppo vicina all’immigrato e fin troppo distante dal cittadino.

È accaduto questa notte, 7 agosto 2017, dove un uomo di 47 anni, ex commerciante pontederese, pressato sicuramente da una situazione divenuta insopportabile, si è lanciato con la propria auto contro il portone del municipio in corso Matteotti, opponendo poi resistenza all’arrivo degli agenti, e inveendo allo stesso tempo contro gli stranieri.

Un rituale già visto in precedenza e dallo stesso protagonista quando, il 29 settembre del 2015, si macchiò della medesima azione dopo che erano cadute nel vuoto le sue ripetute invocazioni d’aiuto all’amministrazione municipale pontederese  al fine di avere una casa e lavoro.

Questa notte i carabinieri lo hanno portato in caserma, dove ha trascorso l’intera nottata, e arrestato quindi per danneggiamento aggravato, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale. Sembra, infatti, che all’arrivo delle forze dell’ordine, questi abbia afferrato il braccio al comandante della Municipale e che lo abbia minacciato di morte.

Questa mattina, 7 agosto, il tribunale di Pisa ha convalidato l’arresto, ma il giudice lo ha rimesso in libertà sottoponendolo all’obbligo di firma; e quindi ogni giorno sarà costretto a presentarsi dai carabinieri per apporre la firma.

Il sindaco Simone Millozzi biasima il gesto del 47enne sottolineando da parte sua che non vi siano a Pontedera sfratti di italiani per dare alloggio a stranieri. E sostiene sui social network che vi sia una campagna di odio e di intolleranza nei confronti di africani, montate sui social stessi da gruppi virtuali presenti in rete.

Premesso che fossero vere le parole sostenute dal sindaco Millozzi, ovvero che ci possano (ho usato il congiuntivo non solo per obbligo grammaticale ma anche per volere proprio…) essere gruppi virtuali che diffondano campagne d’odio e di intolleranza nei confronti degli stranieri, sta di fatto – come riportò Il Giornale.it datato 07/12/2016 – che persevera un’emergenza abitativa per gli italiani. E questa non è certo cosa da poco.

Se prendessimo in considerazione il fatto che in graduatoria, per l’assegnazione degli alloggi popolari, gli stranieri sono maggiormente facilitati rispetto agli italiani, dovuto alla proporzionalità, il problema dell’emergenza abitativa continuerebbe a persistere in eterno. Gli stranieri ne avrebbero diritto sempre più di un cittadino italiano, nonostante non abbiano contribuito mai con un solo euro alle casse dello Stato.

Sempre lo stesso articolo notifica che comunque i problemi per l’assegnazione delle case popolare agli stranieri sono in aumento perché i dati Istat hanno affermato che oltre un italiano su 4 è a rischio povertà assoluta, e che alcune delle più importanti città d’Italia avrebbero dovuto apportare correttivi per ottenere l’assegnazione di un alloggio popolare, nell’ottica di limitare l’accesso della popolazione straniera.

Chissà se questi correttivi sono già stati attuati, chissà se Pontedera rientra fra queste città, tuttavia la data di uscita dell’articolo ne’ Il Giornale.it non è così lontana e dunque è probabile che ancora non sia stato fatto nulla da nessuno e perciò, se anche non è giustificabile il gesto che ha compiuto il 47enne di Pontedera, ma è comprensibile.  Si è trattato di un atto compiuto da una persona esasperata.